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Cronaca

“Alberto era pieno di voglia di vivere e stava bene. Siamo sconvolti”

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La sorella Paola ricorda Alberto Segre: “Siamo tutti sotto shock. Alberto stava bene,  questo è ciò che più ci sconvolge. Il fatto che una persona piena di voglia di vivere e di salute possa mancare da un momento all’altro  senza nessun preavviso”. 

Una gioia incontenibile, così grande che ha voluto gridarla al mondo: “Mia moglie dopo cinque mesi di ospedali torna a casa. Ora sono felice”. Così ha scritto su Facebook Alberto Segre. Una lettera piena di emozioni, di sentimento e di voglia di normalità soprattutto per i suoi due bambini – Jasmine di otto anni e mezzo e Justine di 6 – dopo un lungo periodo difficile caratterizzato da apprensione e incertezza. Un sogno che però si è infranto in mille pezzi. All’improvviso. Alberto Segre, infatti, è morto. Una crisi respiratoria lo ha strappato alla sua famiglia lunedì poco dopo le 12, nel giorno del compleanno della sua figlia più piccola.

Aveva 41 anni ed era titolare dell’agenzia viaggi Kibo Tours insieme alla sorella Paola, un lavoro che amava e che svolgeva con grande passione e professionalità. “Siamo tutti sotto shock – afferma la sorella -. Alberto stava bene,  questo è ciò che più ci sconvolge. Il fatto che una persona piena di voglia di vivere e di salute possa mancare da un momento all’altro  senza nessun preavviso”. 

Lunedì era a casa con la moglie Joan Ramos di origini filippine. In tarda mattinata ha accusato un malore. Gli mancava il fiato e aveva la febbre alta. Vista la gravità della situazione è stato chiamato il 118, ma nel giro di una ventina di minuti per lui non c’era più nulla da fare.

“Abbiamo lavorato insieme per vent’anni alla Kibo – afferma la sorella -. Era una persona meravigliosa. Un uomo allegro, molto aperto, che apprezzava le cose belle. E con tanti amici. Era  legatissimo alla sua famiglia. Amava infinitamente la moglie. In questi  cinque interminabili mesi di malattia è sempre stato al suo fianco, dandole coraggio e forza di combattere. Andava a trovarla all’ospedale ben due volte al giorno, portandole ogni volta un sorriso e dimostrandole amore e dedizione. Sabato Joan è stata dimessa con anticipo rispetto alle previsioni dei medici. Questo è stato un motivo di gioia enorme per lui. Era provato da quella situazione di ansia e stress ma determinato a voltare pagina e godersi la sua famiglia riunita. Domenica abbiamo festeggiato tutti insieme con un giorno d’anticipo il compleanno di Justine a casa dei miei genitori. E’ stato un momento di grande felicità, perché finalmente c’eravamo tutti. Felicità che è durata poche ore e che è stata distrutta da questo enorme lutto che si è abbattuto su di noi come un fulmine a ciel sereno”.

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