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Biella

Villa Schneider: il colpevole degrado di un sito storico

Pausa Caffè di Giorgio Pezzana

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BIELLA – Vorrei che nessuno ne facesse una questione politica, con relative polemiche di contorno.
Ma lo stato di abbandono in cui si è ritrovata villa Schneider ritengo sia, a dir poco, vergognoso.

E non solo perché è l’attuale sede dell’Anpi, che sta cercando in questi giorni di salvare il salvabile dagli effetti di un colpevole degrado. Ma anche e soprattutto perché si tratta di una delle costruzioni storiche più significative della città. Ciò che avvenne nei sotterranei di quella villa quando nel corso del secondo conflitto mondiale divenne quartier generale dei nazisti, non è mai stato acclarato sino in fondo, ma certo si trattò di pagine cupe per la storia biellese. Sufficienti per motivare, viste anche le caratteristiche architettoniche dello stabile, una manutenzione decorosa da parte dell’amministrazione di palazzo Oropa che della villa è proprietaria.

Sinceramente sorprende che la precedente amministrazione di centrosinistra, quindi storicamente più vicina ai valori della Resistenza ed alle lotte partigiane, abbia ignorato il progressivo degrado dello stabile e degli allestimenti in esso contenuti, che avevano significati rievocativi fatti propri dall’Anpi che in quei locali, da alcuni anni, ha la propria sede.

Un degrado che non ha in alcun modo preoccupato neppure l’attuale amministrazione, tanto che ora c’è chi sta pensando di affidare all’Anpi la gestione dell’intera palazzina. E ciò rappresenterebbe a mio avviso un’ulteriore abbandono della proprietà, secondo un malvezzo che da alcuni anni vede l’amministrazione comunale del capoluogo affidare la gestione dei palazzi storici di Biella a realtà “esterne” (vedi anche palazzo Ferrero al Piazzo) con risultati spesso discutibili.

Chi guida la città deve riprenderne in mano le redini, occupandosi dei patrimoni che ha ereditato, senza delegarne ad altri l’utilizzo e, soprattutto, salvaguardandone gli aspetti funzionali, estetici e strutturali. Abdicare a questi compiti, significa impoverire la città in alcune delle sue parti più rappresentative, moltiplicando il numero di contenitori dal futuro incerto.

Giorgio Pezzana

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