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Industria: dopo tre trimestri di prudenza, tornano positive le attese delle imprese piemontesi

Indagine Confindustria

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Industria, dopo tre trimestri di prudenza, tornano positive le attese delle imprese piemontesi

In linea con quanto emerge da analoghe indagini a livello nazionale, anche il dato complessivo piemontese è sintesi degli andamenti differenziati tra industria e terziario. A partire dalla ripresa dopo la crisi pandemica, il comparto dei sevizi ha registrato una crescita costante e positiva, con indicatori saldamente sopra lo zero per livelli di attività, occupazione e ordinativi. L’industria, per contro, sembra riemergere ora da un anno difficile, con indicatori altalenanti e un andamento tutt’altro che lineare.

Industria, dopo tre trimestri di prudenza, tornano positive le attese delle imprese piemontesi

Tuttavia, il saldo negativo delle esportazioni e la (troppo) lenta ripartenza degli investimenti denotano una certa prudenza delle nostre imprese, dovuta al protrarsi del clima di incertezza globale e al rischio di escalation sui teatri di guerra in Europa e Medio Oriente. Resta ampia la forbice dimensionale, con le imprese di minori dimensioni che hanno attese meno positive rispetto a quelle più grandi.

Basso il ricorso agli ammortizzatori sociali

Il ricorso agli ammortizzatori sociali è stabile su un livello storicamente basso, quasi nullo nel terziario; il tasso di utilizzo di impianti e risorse rimane elevato, sia nella manifattura sia nei servizi. Non aumentano né i tempi di pagamento né i ritardi negli incassi; varia poco il carnet ordini, mentre restano ottimistiche le attese sull’occupazione, anche nel manifatturiero.

Ma il tessile rallenta

A livello settoriale, nell’industria si registrano andamenti differenziati. I saldi ottimisti – pessimisti sono sopra la media per chimica, alimentari, manifatture varie (gioielli, giocattoli ecc.), edilizia e impiantisti. Rallentano, invece, metalmeccanica (in particolare meccatronica e metallurgia), tessile e legno. Nel terziario, come già nelle scorse rilevazioni, tutti i comparti esprimono attese favorevoli e in crescita rispetto a dicembre; recupera anche il commercio che, dopo due trimestri di calo, torna a crescere.

Nel 2023 il 42% ha dichiarato un aumento di fatturato

Tradizionalmente, la rilevazione di marzo contiene alcune domande consuntive sull’andamento dell’anno appena concluso. Il 42% delle imprese nel 2023 ha registrato un aumento del fatturato, a fronte di un 25,4% che ne ha segnalato una diminuzione. Circa 7 aziende su 10 hanno chiuso l’anno in utile (72,4%) a fronte del 7,3% che ha chiuso il bilancio in perdita. Quasi la metà delle rispondenti (45,5%) ha mantenuto stabile il proprio livello di indebitamento, mentre una azienda su quattro lo ha diminuito e solo l’11,1% ne dichiara l’aumento. Infine, il 42,2% delle imprese del campione ha mantenuto invariati gli investimenti rispetto all’anno precedente, mentre il 25,9% li ha aumentati e il 17% ha dovuto ridurli.

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