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“Viviamo con una ventina di gatti denutriti e malati. Qualcuno faccia qualcosa”

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«E’ ora di finirla, viviamo in frazione con una ventina di gatti denutriti e malati, non ne possiamo più di vedere quelle povere bestiole pian piano morire».

«E’ ora di finirla, viviamo in frazione con una ventina di gatti denutriti e malati, non ne possiamo più di vedere quelle povere bestiole pian piano morire».
Questa è solamente una parte dello sfogo esternato da Antonella Simonini, una signora residente a frazione Fiario di Occhieppo Superiore.
 A scatenare ira e rabbia è la presenza di una colonia felina che gira per la frazione, gatti di tutte le età abbandonati a se stessi fuori al freddo: «Abbiamo contattato più volte il sindaco  Emanuele Ramella Pralungo senza mai ottenere una risposta al problema  -continua Antonella Simonini – a questo punto siamo tutti veramente stufi. Nelle prossime settimane partiremo con una raccolta firme. Quei poveri micetti continuano a morire. Noi frazionisti comperiamo il cibo, ma il problema non è tanto quanto quello di sfamarli, bensì dovrebbero essere sterilizzati, ma questa operazione ha un costo che non ci possiamo accollare. Se il Comune non può stanziare un contributo – conclude la donna –  vorrà dire che proveremo a bussare alla porta dell’associazione  Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali». Dal canto del Comune, fa sapere il vice sindaco Pier Giuseppe Bicego che negli anni scorsi era partito un progetto relativo alla sterilizzazione dei gatti, poi conclusosi. Ma in questo caso la situazione  è completamente  diversa:  «I gatti in questione – spiega Bicego – non sono randagi ma di proprietà di una donna residente in frazione. Noi non possiamo intervenire come amministrazione comunale. La signora li tiene molto male, non li cura. Noi abbiamo fatto intervenire nella sua abitazione più di una volta il vigile, ma a quanto pare la donna da quell’orecchio non ci sente. Sono stati inoltre informati i servizi sociali. Vedremo cosa si potrà fare, cercando di operare giuridicamente lavorando tra  quel sottile spazio che divide il territorio  pubblico a quello privato». Alla fine, resta comunque il fatto che la legge, riconosciuta dall’Articolo 544 del codice penale condanna chi maltratta gli animali.
              Mauro Pollotti

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