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«Se chiudo gli occhi rivedo quei due cani assalirmi»

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BIELLA – «Sono bloccata sul divano a causa delle ferite sui polpacci e vado avanti ad antibiotici. Sono ancora scossa, appena chiudo gli occhi rivedo quei due cani venirmi addosso».
A parlare è Chiara – il nome è di fantasia, perché preferisce restare nell’anonimato -, la donna che mercoledì scorso è stata azzannata da un pastore maremmano sull’Alpe Giassit, sulle pendici della Muanda. Dopo gli articoli pubblicati in questi giorni, vuole fare chiarezza su quanto successo e dare la propria versione dei fatti.
«Innanzitutto – sottolinea ad esempio – i cani erano due, non uno. Oltre al maremmano ce n’era un altro di grossa taglia. Inoltre non è vero che mi trovavo sull’alpeggio, non mi ci sono proprio avvicinata, perché conosco i pericoli della montagna e so che possono esserci cani a protezione di greggi e mandrie. Ero andata a corricchiare in montagna ed ero sola. Stavo semplicemente tornando indietro lungo il sentiero e mi trovavo ad almeno 200 metri dall’alpeggio in questione».
Una distanza che evidentemente non è comunque bastata a tenerla al sicuro.
«All’improvviso – racconta – ho notato questi due cani partire dall’alpeggio e corrermi incontro. Mi era stato detto che il maremmano aveva già aggredito altre persone, dunque, appena li ho visti, ho subito compreso il pericolo e mi sono immediatamente fermata, per non eccitarli di più. Quindi ho iniziato a urlare al proprietario di richiamarli. Prima ancora che mi raggiungessero».
Le sue richieste, però, non sono state udite, o comunque sono rimaste inascoltate. E i cani sono arrivati da lei rapidamente.
«Mi hanno azzannato entrambi i polpacci – prosegue -. Non oso immaginare cosa sarebbe potuto succedere se fossi caduta a terra e mi avessero puntato il collo».
Poi è stata raggiunta anche dal proprietario. E qui si apre un altro capitolo.
«Voleva caricarmi sulle spalle e portarmi fino all’alpeggio, per poi accompagnarmi in macchina all’ospedale – spiega Chiara -. Continuava a insistere, mentre io volevo chiamare il 118. Lo stesso proprietario, poi, mentre parlavo al telefono con i soccorritori, minimizzava e dava sosteneva che stessi dando in escandescenza, quando invece ero solo molto spaventata e traumatizzata. Credo sia abbastanza comprensibile se si prova a immaginare la situazione… Anche perché purtroppo i muscoli delle mie gambe sono già debilitatati da una patologia».
Una volta affidata al 118, è stata portata al pronto soccorso e medicata. Le ferite sono state chiuse con alcuni punti di sutura. Il dolore, però, è ancora forte. Inoltre la donna sta seguendo alcune cure antibiotiche per contrastare e prevenire eventuali infezioni.
Quanto successo nel frattempo è finito sotto la lente di ingrandimento dei carabinieri forestali di Sordevolo e dei veterinari dell’Asl, ai quali è stato affidato il maremmano, sottoposto a sequestro amministrativo di 10 giorni. Sono comunque escluse misure drastiche nei suoi confronti: in questi giorni verranno interpellati esperti comportamentisti per valutare se il cane possa essere pericoloso o se si sia trattato di un episodio isolato.
Nel frattempo Chiara una proprio idea se l’è fatta: «Amo e frequento la montagna da anni – premette – e ho avuto a che fare con centinaia di cani, senza mai avere alcun problema. Mi è addirittura capitato di incontrare un branco di lupi mentre ero da sola: ho smesso di correre e loro non mi hanno nemmeno considerata. La verità è che i maremmani sono cani particolari e bisogna saperli gestire. Alcuni pastori, invece, purtroppo non ne sono in grado, o forse pensano soltanto alle proprie greggi e non alle persone».

red.cr.

Immagine di repertorio

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