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Restauro della cappella Dimora di Maria al Tempio

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Restauro della cappella Dimora di Maria al Tempio

E’ un imponente intervento di restauro quello che l’Amministrazione del Santuario di Oropa con la collaborazione dell’Ente di Gestione dei Sacri Monti del Piemonte ha concluso al Sacro Monte di Oropa, contiguo al conosciutissimo Santuario Mariano.
L’intervento ha coinvolto la quarta Cappella del Sacro Monte, dedicata alla “Dimora di Maria al Tempio”, con il recupero di circa 250 metri quadri di affreschi, di 106 manufatti in terracotta, di 102 statue a dimensioni naturali, oltre a una ampia sequenza di altri materiali.
L’Amministratore delegato del Santuario Paola Aglietta annuncia, con legittima soddisfazione, insieme al Rettore del Santuario di Oropa, don Michele Berchi, la conclusione di questo notevole recupero, che sarà ufficialmente illustrato il 13 luglio, alle 10 e 30, presso il Santuario di Oropa, in Sala Frassati. Gli intervenuti, conclusa la presentazione, potranno constatare de visu la qualità del restauro compiuto.
A renderlo sostenibile è stata la Compagnia di San Paolo di Torino con Fondazione Cariplo, Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, Banca Simetica di Biella. A condurlo, con la direzione ed il controllo della Soprintendenza di territorio e della direzione dell’Ente Sacri Monti, è stata l’equipe del restauratore Claudio Valazza.
Nella cappella è felicemente rappresentata, in una scena domestica e intima, la Madonna quando viveva nel tempio. Ad accompagnarla è un variopinto gruppo di donne, alcune con i loro bambini, intente a varie attività, lettura, musica e canto e soprattutto alla filatura e tessitura. Un racconto di quotidianità, come si vede nel bel dettaglio della lite tra le due fanciulle nell’abside di destra.
Maria, seduta al tavolo da lavoro, nell’abside di fronte all’ingresso, è facilmente individuabile perché circondata da graziosi angioletti.
Le statue, terminate nel 1718, furono modellate da Pietro Giuseppe Auregio Termine mentre Giovanni Galliari, pittore e scenografo attivo nel palazzo reale di Torino, a Venaria Reale e poi a Crema e a Milano in palazzo ducale, si occupò delle pitture murarie: i lavori iniziarono poco dopo il 1711.
“Le statue erano state ridipinte negli anni settanta del Novecento con colori molto accesi e sfalsati, utilizzando vernici industriali che rendevano goffe e caricaturali le figure. Gli incarnati erano giallognoli, con occhi, gote, labbra e sopracciglia malamente ridipinte da un artigiano con soluzioni di pessima qualità” nota Paola Aglietta.
“Il restauro ha rivelato, sotto le brutte tinte alterate che hanno deturpato nel secolo scorso in modo simile tutti i i gruppi di sculture del Sacro Monte, una notevole e insospettata qualità artistica, un modellato raffinato, l’espressività e la delicatezza dei volti, soprattutto dei bambini”, commenta Elena De Filippis, direttore dell’Ente di gestione dei Sacri Monti.
Si colgono ora la varietà e il fascino delle acconciature, l’eleganza e ricercatezza degli abiti e dei tessuti, la freschezza e vivacità degli angeli sui registri superiori.
L’intonaco ornato dalle pitture di Giovanni Galliari si presentava in ampie zone sfarinato, le tinte molto annerite a causa di infiltrazioni di acqua dal lanternino, in parte malamente ridipinte negli anni Sessanta. Il restauro ha restituito la luminosità e ariosità delle tenui tinte pastello ricomponendo i motivi decorativi e ricucendo le lacune con il recupero integrale della decorazione.
La cappella fu commissionata dalla comunità di Pralungo ed iniziata nel 1662. I lavori procedettero a fasi alterne fino al 1673 circa, poi furono ripresi nel 1711 e conclusi con le statue e i dipinti nel 1719. 
Dagli eccellenti risultati di questo intervento, l’amministratrice del Santuario Paola Aglietta fa derivare una proposta: “Certamente della stessa qualità si riveleranno anche le altre cappelle del Sacro Monte: un invito agli industriali e al mondo economico biellese a supportare i futuri restauri. Magari attraverso un binomio fra il Sacro Monte e un’azienda attiva nel campo tessile che possa valorizzare così la sua vocazione e, perché no, riprendere e riproporre soluzioni e moduli decorativi antichi di pregio dai costumi delle figure scolpite nel nostro e loro Sacro Monte”.
“Di fronte alla evidenza di statue e pitture così raffinate confidiamo in un nuovo orgoglio e in una rinnovata partecipazione della comunità biellese al restauro del Sacro Monte di cui speriamo che questo sia il primo di una lunga serie di cantieri!”, si augura il Presidente dell’Ente di Gestione dei Sacri Monti, Renata Lodari.

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