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Gli studenti della Salvemini conversano con la Nasa

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Chi, da bambino, non ha mai sognato di fare l’astronauta? Anche l’ingegnere aerospaziale, però, ha i suoi lati positivi; lo hanno scoperto gli studenti della classe 3G della Scuola Salvemini

Chi, da bambino, non ha mai sognato di fare l’astronauta? Anche l’ingegnere aerospaziale, però, ha i suoi lati positivi; lo hanno scoperto gli studenti della classe 3G della Scuola Salvemini di Biella, i quali, al termine di un percorso di studio sul sistema solare, coordinato dalla prof.ssa Stefanella Lesna, hanno avuto la possibilità di intervistare via Skype il dottor David Mauro, che dal 2010 lavora alla NASA per conto della Stinger Ghaffarian Technologies. Un’esperienza unica, “un’emozione fortissima”, la definisce una delle allieve: un’occasione, soprattutto, di entrare in contatto con il mondo dell’aerospaziale, di accedere, sia pure virtualmente, al sancta sanctorum dell’esplorazione della cosiddetta “ultima frontiera”.

Gli studenti si sono preparati a lungo per l’intervista, redigendo scalette ed effettuando prove. L’impegno profuso è stato premiato: il dottor Mauro si è rivelato estremamente disponibile, rispondendo a numerose domande. Lavorare alla Nasa è un sogno difficile da realizzare, che richiede “impegno, costanza, preparazione… e un bel po’ di fortuna. Sicuramente bisogna studiare tanto, bisogna applicarsi tanto. Se riesci a essere il migliore tra i migliori hai sicuramente delle buone possibilità”. Una volta coronato da successo, lo sforzo ne vale però la pena: “La mia giornata? Sicuramente varia e molto intensa. Posso trascorrere intere mattine, anche notti, a progettare e costruire satelliti. Un lavoro lungo: li devi progettare, poi costruire, poi devi far fare i test, devi vedere se funzionano. Oppure posso trascorrere ore e ore insieme al mio team, a pensare come far sì che i satelliti possano comunicare con la Terra, o come arrivare su Europa (una luna di Giove, n.d.r.), quanto tempo occorrerà per farlo, quanto grandi devono essere questi satelliti, come esplorare il sistema solare utilizzando delle sonde robotiche”.

L’intervista va poi avanti, soffermandosi su varie questioni: le esplorazioni sulla suddetta Europa, satellite ghiacciato con forse un oceano liquido in profondità, magari abitato da forme di vita. E Marte, su cui qualche domanda è sempre d’obbligo: “Estremamente interessante, perché è uno dei pianeti a noi più simili e più vicini. La NASA è interessata a capire come fare ad arrivarci, quanto tempo ci voglia, se è possibile sopravviverci, verificare la presenza di tracce di vita microbica… non di omini verdi (ridendo, n.d.r.)”. Anche la presenza italiana nell’ISS, la stazione spaziale internazionale, è oggetto di approfondimento, in particolare la cupola: “uno dei pezzi più complessi” riportano i giovani intervistatori, “realizzata negli stabilimenti torinesi della Thales Alenia Space, che ha disegnato e sviluppato alcuni dei moduli abitativi della stazione spaziale internazionale”.

Chi fosse interessato può trovare l’intervista integrale su http://www.istitutocomprensivobiellatre.gov.it/drupalscuola/articolo/area-multimediale, e condividere l’esperienza dei ragazzi della Salvemini; i più piccoli magari immaginando, come scrivono gli stessi alunni, “di poter un giorno diventare la Samantha Cristoforetti del biellese!”.

Eric Repetto

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