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«Festeggiamo i nostri primi 10 anni nel borgo»

Lo chef Gilberto, 80 anni, e la moglie Antonella raccontano la loro esperienza nel cuore antico di Masserano, iniziata il 30 marzo 2013

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MASSERANO – L’appuntamento porta nel cuore antico di Masserano, in via Borgo Inferiore 4, alla Locanda del Gallo Storto, che quest’anno celebra 10 anni di attività. Lo chef Gilberto e la moglie Antonella, che lui presenta come “la regina della sala”, l’hanno avviata il 30 marzo 2013.
Intanto, le brochure turistiche sulla soglia d’ingresso sono un’accortezza, considerando che siamo in un sito storico i cui stabili risalgono mediamente al Quattrocento.

«Avevo venduto il locale che avevamo a Verbania ed ero rimasto disoccupato – spiega Gilberto -. Un cliente biellese, di Brusnengo, ci aveva suggerito di visitare Masserano e da quell’incontro è iniziata la nostra nuova avventura. Per quanto mi riguarda ho ereditato la tradizione di famiglia. Mio papà Rigo era cuoco sulle navi, mia moglie invece, in precedenza, era insegnante. Incontrando me ha iniziato ad aiutarmi. Ci sa fare con le persone. È buona e paziente, però poi si arrabbia con me in cucina».

Cosa vi ha colpito di Masserano?
«Siamo stati folgorati come Paolo sulla via di Damasco – replica con il piglio di chi ama mettersi sempre un po’ in gioco -. Il paese e il locale ci sono piaciuti immediatamente. Ci siamo pure stupiti che il ristorante fosse chiuso da quattro anni. Detto fatto l’abbiamo rivalutato rinfrescando le pareti, con l’aggiunta di dipinti. Tutte le opere sono inerenti al gallo, il nostro emblema, che si fa ammirare sulla facciata esterna, posizionato storto, da cui il nome scelto dai precedenti gestori che abbiamo mantenuto. La nostra poi è una cucina semplice, di casa, produciamo tutto, dal pane alla pasta, ai dolci, partendo da farina e uova. Bisogna ricordare che in cucina conto sull’aiuto prezioso di Adina. Le nostre specialità sono i risotti, al limone e allo zenzero e aneto, le paste, come i tagliolini del principe cotti nel bramaterra, vino locale, con l’aggiunta di robiola di capra di Cascina Cottignano, non distante da noi, e i ravioli con ricotta e borragine, erba nota nei borghi liguri, che rimanda ai Ferrero-Fieschi del Principato di Masserano. Per finire abbiamo le mele caramellate con crumble e gelato e il tradizionale bunèt».

Su rivelazione della moglie, scopriamo che Gilberto ha 80 anni, età che non dimostra, e viene da chiedersi cosa lo muova con tanto entusiasmo.
«È una passione, altrimenti chi te lo fa fare? Fra i nostri ospiti a volte c’è qualcuno che ci fa diventare matti, ma cerchiamo sempre di accontentare. Poi bisogna dire che se capita una critica, fa del bene, ci aiuta a migliorare. Motivo per cui ringraziamo davvero tutti coloro che ci frequentano e che di fatto contribuiscono al successo della nostra attività. Ci teniamo a dire che cuciniamo anche per i celiaci».

Una curiosità: perché mai è stato applicato un gallo storto sul muro?
«Il paese, come abbiamo detto, è stato un principato sul finire del 1500, di un casato potente. Vuoi vedere che chi ha commissionato l’edificio non ha versato un giusto compenso e per dispetto il gallo è stato murato storto? Fa sorridere, ma per come siamo noi italiani, la mia storia può anche essere vera». Oppure il muratore aveva bevuto un bicchiere di troppo, aggiungiamo noi, visto che il vino è una delle eccellenze biellesi.

«Assolutamente sì, e noi serviamo soltanto quello – conclude Gilberto -. Per il resto che dire? Noi ci siamo sempre, tranne il martedì».

Anna Arietti
anna.arietti@gmail.com

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