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«Attenti ai falsi contratti»
La disavventura di un 67enne: il fornitore di energia è cambiato a sua insaputa e si è trovato con oltre 200 euro da pagare. «Ma le firme sull’accordo non sono le mie»

«Attenti ai falsi contratti». Non solo si è ritrovato con un nuovo gestore e una bolletta insoluta a sua insaputa. Ha anche scoperto che qualcuno aveva falsificato la sua firma per sottoscrivere il contratto.
Protagonista della disavventura è un pensionato biellese, che non ha lasciato correre e si è rivolto all’avvocato per andare in fondo alla vicenda. E al nostro giornale per mettere in guardia la cittadinanza.
«Attenti ai falsi contratti»
«A metà novembre – racconta Diego (il nome è di fantasia perché preferisce restare anonimo) – mi è arrivato un sms sul telefonino. Era una società del settore dell’energia elettrica che mi avvisava della presenza di una bolletta non pagata per circa 225 euro. Due cose non tornavano. Innanzitutto era strano che mi contattassero sul telefonino per un pagamento, perché ho il versamento automatico tramite banca,. In secondo luogo la società in questione non era quella della quale ero cliente da tempo».
Il 67enne ha subito voluto fare chiarezza, così si è recato nella filiale più vicina della società per comprendere cosa fosse successo.
«Subito ho pensato a un classico tentativo di truffa – spiega -. Invece nei loro uffici mi hanno confermato che c’era una bolletta non pagata a mio carico, risultavo essere divenuto loro cliente un paio di mesi prima. A quel punto ho saldato quanto richiesto, anche perché l’energia evidentemente era stata erogata, ma ho domandato di poter visionare il contratto. E lì sono arrivate le sorprese».
Il contratto infatti esisteva. Peccato che lui non lo avesse mai sottoscritto.
«C’erano tre “mie” firme – continua a raccontare – che io non avevo mai apposto. Erano tutte false. Inoltre risultava che avessi sottoscritto il contratto durante un incontro “di persona”, quando invece non ero mai stato contattato nemmeno telefonicamente. Non solo. Perfino l’indirizzo di residenza era sbagliato perché faceva riferimento non all’attuale, ma a quella precedente. Infine, la mail e il numero di telefono riportati sul contratto ovviamente non erano i miei. Un dettaglio che tra l’altro fa sorgere un altro interrogativo. Se quello sul contratto non era il mio numero, come hanno fatto a contattarmi via sms sul numero giusto per sollecitare il pagamento?».
A questa e a tante altre domande Diego vuole delle risposte. Si è quindi rivolto a un avvocato e ha sporto denuncia. Contro ignoti perché il più delle volte le società di fornitura non si occupano direttamente dei contratti, quindi le eventuali responsabilità sono da accertare.
«So che queste grandi società spesso subappaltano ad altre ditte e ai call center il compito di procacciare nuovi clienti – spiega -. Ma io voglio sapere chi si è letteralmente inventato quel contratto falsificando la mia firma. Senza contare che in ogni caso, a mio avviso, la società stessa dovrebbe vigilare. Sarebbe bastato provare a contattare il numero riportato sul contratto per scoprire che non era il mio e farsi delle domande».
«Quando accadono queste cose bisogna rivolgersi a un avvocato o alle associazioni dei consumatori per verificare anomalie e per essere tutelati – sottolinea il legale -. Purtroppo sono situazioni note, che si verificavano già anche nel campo della telefonia. Una volta ogni tanto scoppia qualche “bubbone” e le autorità garanti applicano qualche sanzione, ma di fatto non cambia nulla. È il magnifico ed esaltato mondo della libera concorrenza, che poi in realtà di fatto non esiste e non è mai esistita. Perché il più delle volte i soggetti coinvolti fanno cartello. Il punto è che i servizi essenziali non dovrebbero essere affidati ai privati perché alla fine a rimetterci e a pagare di più è sempre il consumatore».
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Luigi
9 Dicembre 2024 at 12:53
Dobbiamo ringraziare L’europea per tutte le idiozie che si inventono e i nostri politici, (votati da noi) che le seguono.