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Economia

“Madonna Dorotea, 26 lavoratori improvvisamente senza occupazione”

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Dopo mesi di incertezza sul loro futuro, i 26 lavoratori del Presidio Madonna Dorotea (la ex Rsa di Bioglio che ora si trova al terzo piano dell’ospedale di Biella) si trovano improvvisamente e inaspettatamente senza lavoro e senza alcuna garanzia per il futuro. 

Dopo mesi di incertezza sul loro futuro, i 26 lavoratori del Presidio Madonna Dorotea (la ex Rsa di Bioglio che ora si trova al terzo piano dell’ospedale di Biella) si trovano improvvisamente e inaspettatamente senza lavoro e senza alcuna garanzia per il futuro. Per questa ragione, insieme alla Fp Cgil e Fisascat Cisl, hanno deciso di chiedere un incontro al presidente della Regione Chiamparino, all’assessore della Sanità Saitta, ai consiglieri regionali Barazzotto e Pichetto e al sindaco Cavicchioli, in qualità di presidente dell’Assemblea dei sindaci biellesi. Lo scopo? Segnalare che le scelte politiche fatte per riorganizzare il settore sanitario stanno cancellando i loro posti di lavoro e per richiedere che ci si ponga come fondamentale il problema della ricollocazione del personale.

“I 26 operatori che si occupano del Presidio Madonna Dorotea, 21 dipendenti di Bios e 5 in partita iva – si legge nella lettera -, da anni svolgono la loro attività presso la struttura RSA di Bioglio, che oggi ha sede nei locali al terzo piano del nuovo ospedale e presidiano il reparto di 22 posti letto di continuità assistenziale a valenza sanitaria. L’ASL aveva pubblicato un bando, in scadenza a fine luglio, per un nuovo affidamento dei posti letto per poi annullarlo in seguito alla pubblicazione della DGR 67 del 6 luglio 2015 che ha modificato i criteri di offerta sanitaria per il triennio 2015-2017. Per effetto della delibera, i 22 posti letto saranno assegnati alla Clinica ‘La Vialarda’ di Biella e alla Casa di Cura ‘San Giorgio’ di Viverone. Per queste ragioni la Cooperativa BIOS ha aperto la procedura di mobilità nei confronti dei lavoratori, inviando, in data 25 agosto 2015, lettera di preavviso di licenziamento collettivo”.

“Improvvisamente e inaspettatamente – continua la lettera – 26 lavoratori si ritrovano senza occupazione; eppure in questi anni hanno dato un ottimo contributo alla Sanità Pubblica Biellese. Lo hanno fatto con professionalità e con il piacere di farlo, in condizioni non sempre ottimali, con compensi non sempre adeguati ai carichi di lavoro. Possiamo concordare con l’idea che la Sanità Pubblica abbia necessità di riorganizzarsi per essere più efficiente e meno costosa. Siamo convinti però che lo Stato abbia il dovere di offrire i servizi essenziali ai cittadini e debba farlo con un occhio di riguardo per i costi passando attraverso processi di innovazione, ma tutto ciò non può essere fatto a discapito della quantità e della qualità del servizio erogato e dei posti di lavoro. Una Buona Sanità può significare anche Crescita economica e sviluppo delle opportunità di lavoro; comprimerle ne è la negazione”.

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