Politica
Vuoi un aiuto dal Comune? Lavora
Il provvedimento, che ha fatto scalpore, è del sindaco di Borgosesia, Gianluca Buonanno. D’ora in poi il percepimento degli aiuti economici comunali da parte dei disoccupati sarà condizionato allo svolgimento di attività di pubblica utilità: pulizia delle cunette stradali, taglio dell’erba e pulizia dei pubblici uffici, per fare degli esempi. Come reagisce il comune di Biella di fronte a questa idea?
Il provvedimento, che ha fatto scalpore, è del sindaco di Borgosesia, Gianluca Buonanno. D’ora in poi il percepimento degli aiuti economici comunali da parte dei disoccupati sarà condizionato allo svolgimento di attività di pubblica utilità: pulizia delle cunette stradali, taglio dell’erba e pulizia dei pubblici uffici, per fare degli esempi. Tali attività verrebbero assegnate in base alle capacità ed esperienza dei singoli, che riceverebbero un minimo introito e referenze a patto di mostrare impegno e costanza: gli assenteisti e i lavativi, al contrario, verrebbero privati dei sussidi. Il sindaco in persona, in un comunicato rilasciato il 16 agosto, difende la sua proposta e ne conferma l’avvenuta messa in atto, con 35 persone già all’opera in tutto il comune per ottenere in cambio gli aiuti di cui necessitano.
Come reagisce il comune di Biella di fronte a questa idea? Francesca Salivotti, assessore alle politiche sociali ed assistenziali, precisa: “si tratta di contribuzioni economiche pure, non possono essere completamente subordinate allo svolgimento di un lavoro”; è però “una strada da battere”. Il comune sarebbe infatti interessato a seguire l’esempio di Buonanno almeno nelle sue linee generali; ciò nell’ottica di un welfare che si allontani dall’assistenzialismo tout court, ma diventi un’introduzione al lavoro. Le modalità tuttavia risulterebbero differenti: parte degli aiuti potrebbero rimanere puri, cioè non vincolati allo svolgimento dell’attività, oppure ci si potrebbe orientare su altre soluzioni.
Una possibilità, come spiega l’assessore, sono i fondi che la regione Piemonte mette a disposizione tramite bandi per lavori di pubblica utilità: tali fondi promuovono, sotto forma di svolgimento di attività socialmente utili, attività lavorative per i disoccupati. In tal caso però il ruolo dell’ente pubblico non sarebbe in grado di garantire un introito a tali persone (ciò sarebbe infatti a carico di enti privati); semmai, porsi in prima linea nel promuovere la partecipazione al bando. Un’altra opportunità sono i voucher, ma non possono essere emessi direttamente dall’ente pubblico (altrimenti risulterebbero una voce delle spese per il personale). Il comune dovrebbe dunque attuare un partenariato con organismi quali, ad esempio, cooperative su singoli progetti; in seguito la cooperativa percepirebbe un contributo vincolato all’emissione di voucher per le persone senza impiego che hanno preso parte al progetto.
Ma tali iniziative non rischiano di collidere con gli appalti alle aziende per le medesime attività che potrebbero essere ora svolte da singoli cittadini? “E’ un falso problema”, risponde Salivotti, “questi impieghi riguarderebbero microattività su cui il comune non riesce ad attivare grandi appalti”. Senza contare le ricadute non solo sui comuni, ma sulla dignità di coloro che riceverebbero le contribuzioni sentendosi ancora utili alla comunità, come ci ricorda l’assessore. Al dibattito nato in questi giorni si è così unita un’altra voce autorevole: la prima, si spera, di una lunga serie.
Eric Repetto
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