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Pensieri e parole

Nel 2024 si vota: se vogliamo cambiamenti, non affidiamo deleghe in bianco alla politica

Se un sindaco, un assessore o un parlamentare non ci sembrano adeguati, probabilmente qualche pecca affligge anche il contesto civile di cui sono portavoce

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BIELLA – Il 2024 sarà un anno di elezioni. Oltre che per le europee, nel Biellese si voterà per la Regione e per la maggior parte dei Comuni, capoluogo compreso.

Nonostante ad ogni tornata elettorale si registri un crescente astensionismo, per le amministrative i cittadini che votano hanno alte aspettative nei confronti dei candidati, nella speranza che i nuovi eletti siano più capaci di quelli uscenti.
Va però riconosciuto che la politica riflette la società.

Se un sindaco, un assessore o un parlamentare non ci sembrano adeguati, probabilmente qualche pecca affligge anche il contesto civile di cui sono portavoce.

Nel Biellese la rappresentanza civile ha perso capacità critica, perfino la proverbiale litigiosità locale è andata scemando e oggi non si intravede una comunione di intenti tra gli enti privati, che sovente sono tra di loro disuniti. Un tempo l’Unione Industriale, le associazioni dei commercianti e quelle degli artigiani, solo per citarne alcune, avevano un ruolo se non decisivo, stimolante nell’agenda politica. Offrivano un loro punto di vista, pungolavano le amministrazioni pubbliche, che plasmavano le loro priorità anche sulla base delle istanze del mondo civile.

La mancanza di confronto tra società e politica è il male che ci ha colpito e non ci sarà mai nessun eletto che potrà soddisfare le aspettative dell’elettorato, se questo vive avvolto in un’ombra silenziosa.

Non bastano le fondazioni, con iniziative sporadiche, è necessario chiedersi quale territorio vogliamo costruire per il nostro futuro. Deve porsi questa domanda, prima di tutto il giovane, il commerciante che teme per il futuro della sua attività, il privato preoccupato per il valore della sua proprietà, le società sportive che vogliono fruire di palestre spaziose e quelle culturali sempre più in difficoltà. Soprattutto bisognerebbe chiedersi con chi, dove e come questo territorio vuole andare.

Affidare una delega in bianco alla politica, aspettare e poi lamentarsi in un bar o in un circolo, rappresenta il peggior approccio per affrontare  le  elezioni della prossima primavera pensando che  qualcosa possa cambiare. (In meglio).

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