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Pensieri e parole

Il messaggio di pace dei presepi biellesi mentre Betlemme è ostaggio della guerra

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Tanti soldi, poca sanità

BIELLA – Giganti, meccanici, all’aperto, nelle piazze, nei boschi o nelle chiese. La tradizione del presepe nel Biellese si mantiene salda, con quelli ormai storici di Mosso, Callabiana o Biella, dove il Belletti Bona ospita da anni il presepe meccanico di Fratel Amicare, che conserva intatta la sua suggestione nell’alternanza del giorno operoso e della notte quieta. Ci sono poi le decine di presepi che animano tanti paesi e frazioni, da Zubiena a Ronco, e che creano tanti piccoli nuclei di aggregazione per i visitatori e rinsaldano la vita sociale nelle comunità.

L’immagine riecheggia sui social, con le tante foto pubblicate dai visitatori, consolidando una tradizione ormai millenaria. Stride però pensare che Betlemme, città della Natività, sia oggi ostaggio di una guerra che sembra non avere fine e che affligge tutti i territori circostanti, da cui è partito il più grande messaggio di pace della storia. Proprio questa triste cronaca quotidiana deve farci mantenere la memoria sulla dedizione che sta dietro ai presepi dei nostri paesi, perché solo nell’unità e nella cura dei valori comuni possiamo conservare e mantenere la pace per tutti, credenti e non. Buon Natale.

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