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Biella

Quando il Natale non era solo spumante e panettone

Quando il presepe era ancora il vero simbolo del Natale e non si preoccupava nessuno dell’eventualità che potesse essere offensivo…

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Quando il presepe era ancora il vero simbolo del Natale e non si preoccupava nessuno dell’eventualità che potesse essere offensivo per chi professa altre religioni, operava a Biella l’Associazione Amici del Presepe che aveva in Pino Alvigini uno dei suoi esponenti più autorevoli.

L’Associazione, ogni anno, bandiva un concorso riservato a tutti i presepi che venivano allestiti nelle abitazioni private, nelle scuole o presso gli esercizi commerciali.

L’iscrizione al concorso comportava la visita di un’apposita commissione che aveva il compito di valutare tutti i presepi in gara, stilando una classifica sino ad approdare al giorno dell’Epifania in cui, presso un teatro cittadino, venivano assegnati i premi per i presepi migliori. Era un’iniziativa semplice, ma molto partecipata ed ogni anno era una gara serrata all’ultima statuina per aggiudicarsi i premi in palio. Lo stesso Alvigini, autentico appassionato di arte presepistica, in virtù dei suoi molti viaggi in Italia ed all’estero per ragioni di lavoro, aveva collezionato una serie di presepi provenienti da tutto il mondo.

Allestendo poi un’esposizione permanente ancora oggi visitabile nei locali adiacenti alla Basilica Nuova del Santuario di Oropa. Una rassegna incredibile di rappresentazioni della Natività che risentono ciascuna della cultura dei Paesi dai quali provengono. Un piccolo patrimonio che riassume le testimonianze di devozione di luoghi diversi in epoche diverse e che ci richiama ai valori universali del cristianesimo.

Pochi giorni fa, sfogliando il depliant di un supermercato biellese infarcito di immagini di panettoni, pandori, agnolotti e vitello tonnato e poi ancora spumanti, alberi di Natale, addobbi per interni ed esterni delle abitazioni, ho dovuto arrivare a pagina 31 per trovarvi, in un angolo un po’ defilato, l’immagine delle statue principali per l’allestimento di un presepe, cioè di quella che è l’unica vera rappresentazione della nascita di Gesù. E l’unica vera ragione per la quale festeggiamo il giorno di Natale.

Ed allora ho ripensato all’amico Alvigini, alla figura di un imprenditore immerso nel proprio lavoro e nei propri affanni che aveva comunque saputo dare un senso al Natale. Ed anche a Fratel Amilcare, che con il suo presepe meccanico allestito per anni nei locali attigui alla chiesa di San Filippo, a Biella, sapeva ogni volta riempire di meraviglia e di stupore gli occhi di centinaia di visitatori.

Buon Natale a chi in quei presepi ha potuto riconoscersi ed a chi in quei presepi dovrebbe almeno cercare lo spunto per una riflessione, trovando una risposta al perché dello spumante e del panettone che allieteranno tante tavole.

Giorgio Pezzana

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