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Mercato immobiliare, 2022 positivo per la provincia di Biella

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Panoramica di Biella
Panoramica di Biella (© Depositphotos)

L’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate ha pubblicato di recente le ‘Statistiche Regionali’ del mercato degli immobili residenziali. L’analisi, riguardante tutto il territorio regionale, si sviluppa su tre livelli: regionale, provinciale e territoriale.

Per quanto concerne il Piemonte, in particolare, il 2022 è stato complessivamente positivo; lo scorso anno, si legge, “si sono realizzate circa 70.000 compravendite di abitazioni, con un incremento medio del 3,4% rispetto all’anno precedente”. La provincia di Biella, con un aumento delle compravendite dell’8,4%, fa registrare il tasso di crescita sopra la media regionale più alto dopo Verbano Cusio Ossola (+10,6%) e Vercelli (8,9%).

Aumenta il numero delle transazioni

Il focus provinciale su Biella sottolinea il trend positivo emerso lo scorso anno; nel report, infatti, si legge che “in riferimento al Numero delle Transazioni Normalizzate (NTN) del settore residenziale, nel corso del 2022, a livello provinciale, si sono riscontrate rilevanti variazioni (+8,4%) rispetto all’anno precedente, mentre nel capoluogo, che rappresenta il 29,4% del mercato provinciale, si è avuto invece un lieve incremento del 7,5%”.

Il dato è frutto dell’espansione del mercato immobiliare in diverse macroaree, dove il numero di transazioni è aumentato considerevolmente. La zona con l’incremento più elevato è “Valle Elvo e Serra” (+29,5%), seguito dal “Cossato e Biellese orientale” (+24,8%); positivi anche i dati relativi a “Prealpi, Valli di Mosso e Sessera” (+10,9%) e “Valle Cervo” (+13%). Di segno negativo, invece, il saldo rispetto allo scorso anno per “Alta e bassa cintura di Biella” (-3,8%) e “Basso biellese” (-7,5%).

Quotazioni di mercato in calo

L’aumento delle transazioni si lega, probabilmente, ad una tendenza al ribasso palesata dalle quotazioni immobiliari “in tutte le macro-aree provinciali, compreso il capoluogo”, come spiega il report dell’Osservatorio. Rispetto al 2021, il calo è del 2,4% a livello provinciale e del 4,5% nell’area di Biella; per le restanti macroaree, l’analisi rileva una flessione compresa tra -1,2% e -1,5%. Il singolo capoluogo, invece, ha visto le quotazioni medie calare del 6,9% tra il 2021 e lo scorso anno; la zona OMI a registrare il decremento più significativo (-11,7%) è la ‘C1’, compresa tra Vernato e il Villaggio Sportivo.

Il calo delle quotazioni rappresenta certamente un fattore positivo per chi vuole comprare casa, nonostante la compravendita comporti oneri economici e burocratici rilevanti. L’acquisto di un immobile, infatti, è subordinato alla produzione di un’ampia documentazione, a partire dalle verifiche preliminari, da effettuare mediante visura al Catasto, che può essere richiesta sia all’Agenzia delle Entrate che ad un portale specializzato come www.ivisura.it. Alla visura, con relativa planimetria, si aggiungono l’attestato di agibilità e di abitabilità, il certificato di prestazione energetica ed eventuale documentazione da parte dell’amministratore di condominio. Gli oneri economici riguardano soprattutto la stesura del rogito notarile e le spese di intermediazione, nonché l’eventuale mutuo da accendere a copertura dell’importo pattuito per l’acquisto.

Stabile l’Intensità del Mercato Immobiliare

Il terzo parametro analizzato dal report dell’Osservatorio è l’IMI (Intensità del Mercato Immobiliare), che corrisponde alla percentuale di unità immobiliari oggetto di compravendita. “Nel corso del 2022” – si legge – “sia nella provincia che nel capoluogo, non ha subito rilevanti variazioni rispetto al 2021 (rispettivamente +0,16% e +0,18%)”. L’analisi rileva che l’andamento delle compravendite per la provincia segue quello regionale, “sintetizzabile in una repentina diminuzione a partire dal 2006 fino al 2012 (punto di minimo), seguita da un triennio (2012-2015) pressoché di stallo”. Biella, in particolare, pur assecondando il trend che caratterizza la provincia, ha attraversato una fase calante precedente il 2012 più marcata, compensata da una ripresa cominciata già a partire dal 2013.

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