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Eventi & Cultura

“Il carnevale non è più un evento esclusivo”

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Un carnevale all’insegna della tradizione e del risparmio quello che si è appena concluso. Il Comune di Biella per organizzarlo, infatti, ha dovuto fare i conti con un budget ristrettisimo. Teresa Barresi, assessore alla Cultura, afferma: «Fortunamente c’è stata la collaborazione dei centri commerciali», riferendosi a “I Giardini” e “Gli Orsi”, «e nonostante le scarse finanze è stato realizzato un programma ricco di iniziative».

Un carnevale all’insegna della tradizione e del risparmio quello che si è appena concluso. Il Comune di Biella per organizzarlo, infatti,  ha dovuto fare i conti con un budget ristrettisimo. Teresa Barresi, assessore alla Cultura, afferma: «Fortunamente c’è stata la collaborazione dei centri commerciali», riferendosi a “I Giardini” e “Gli Orsi”, «e nonostante le scarse finanze è stato realizzato un programma ricco di iniziative».

Come ogni anno grande seguito si è registrato su Chiavazza, sulla sfilata e nelle varie fagiolate. Ma confortanti anche i dati delle presenze a Barazzetto e Cossila, anche se i numeri ufficiali non sono ancora noti.

Tuttavia l’evento clou continua a essere la nota “consegna delle chiavi al Gipin” che ha portato maschere da tutto il Piemonte. Una partecipazione sentita e affettuosa più del solito, forse perché Ermanno Caneparo, ormai Il Gipin, ha annunciato il suo addio al carnevale. A questo proposito Barresi si lascia scappare: «Il sindaco sta cercando di trattenerlo ancora per un anno. Spero ci riesca.

Sostituirlo non sarà semplice perché ci mette anima e corpo quando veste i panni del Gipin e pare mancare una nuova generazione sensibile a questa tradizione».

Una tradizione che poggia le radici sull’antica rivalità tra Biella e Vercelli, ogni anno messa in scena col processo di Gipin e Catlina al Babi, rospaccio-uomo insidiatore delle ragazze biellesi. Ma che ormai è solo puramente da commedia e sconfina nel leggendario.

Cosa dire invece della fuori programma Folle Notte?

Di una Piazza Cisterna di beffe, rumori, travestimenti e divertimento moderatamente “dissoluto” continua a esserci solo il ricordo.

Alla richiesta di un bilancio su questo nuovo evento o meglio sul suo restyling, Barresi risponde con un sospiro, subito seguito da: «È andata». E scoppia poi, in una sonora risata. Reazione più che condivisibile, considerate le avverse condizioni climatiche del sabato, il ritardo di una settimana e l’impossibilità di viverla al Piazzo. Ma il tempo non è stato l’unico nemico. Infatti, alla domanda su quanto resta del tradizionale e barocco “rovesciamento dell’ordine”,  Barresi risponde senza esitazione: «Ormai per i giovani è una semplice occasione di divertimento come tante altre, non è più come ai miei tempi quando le occasioni di sfogo erano più rare. Ora si esce di più e ci si maschera anche ad Halloween, festa che prima non ci apparteneva». Insomma, i giovani hanno modificato le loro abitudini e il carnevale non è più un appuntamento esclusivo. E fin qui nulla di nuovo. A complicare il tutto poi le troppe date, le maschere hanno da gestire un calendario fitto e  l’assessore individua in questa “frenesia mascherata” il pericolo di «una perdita di identificazione con la festa».

Assenti dati certi sull’affluenza, una stima approssimativa si aggira sulle 300 persone con un ricambio costante. Ma al di là dei numeri, al di là del tempo avverso che ha costretto a una Folle Notte al chiuso nel Concept di via Serraqlunga, quello che resta è lo spirito. «Si è trattato di un evento in prospettiva», ci tende a sottolineare Teresa Barresi che ha chiaro il suo obiettivo per l’anno prossimo: mantenere l’impianto tradizionale, ma ridare vigore e riavvicinare i giovani al carnevale, in quanto manca un evento per loro.

Più partecipazione è arrivata dalle famiglie. Complice forse un’animazione ben organizzata che con trucchi e giochi ha intrattenuto i bambini, permettendo così ai loro genitori di concedersi una svagata serata di danze forse rievocativa delle loro Folli Notti giovanili.

Maria Adelaide Picci

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