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Economia

La Pettinatura Biellese cede alla crisi

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«Abbiamo fatto di tutto per tutelare i lavoratori, ma l’azienda è stata irremovibile». Sono amare le parole di Romana Peghini, segretario CGIL tessili, dopo la bufera che sta travolgendo i dipendenti della Pettinatura Biellese, la storica azienda di Vigliano che ha chiuso i battenti nei giorni scorsi. La Pettinatura Biellese contava 64 lavoratori in organico: per loro sono state aperte le procedure di cassa integrazione straordinaria. I sindacati non sono invece riusciti ad ottenere alcun tipo di tutela per  i 18 interinali che si sono ritrovati senza un lavoro da un giorno all’altro.

«Abbiamo fatto di tutto per tutelare i lavoratori, ma l’azienda è stata irremovibile». Sono amare le parole di Romana Peghini, segretario CGIL tessili, dopo la bufera che sta travolgendo i dipendenti della Pettinatura Biellese, la storica azienda di Vigliano che ha chiuso i battenti nei giorni scorsi. La Pettinatura Biellese contava 64 lavoratori in organico: per loro sono state aperte le procedure di cassa integrazione straordinaria. I sindacati non sono invece riusciti ad ottenere alcun tipo di tutela per  i 18 interinali che si sono ritrovati senza un lavoro da un giorno all’altro.

L’azienda di Vigliano è soltanto l’ultima di una lunga serie di realtà che si è arresa alla crisi. Si tratta di una ditta storica, fondata nel 1958 ed ora di proprietà dell’imprenditore biellese Andrea Bracco. Una pettinatura importante,  che negli anni d’oro è stata tra le più vive del territorio. Poi, per via della crisi il fatturato è calato sempre di più e la proprietà non è più riuscita a far fronte alle spese. «Lo scorso anno – spiega Romana Peghini – quando ha chiuso la PIV c’è stato un piccolo momento di ripresa. Ma è stato soltanto uno specchietto per le allodole, purtroppo alla fine le commesse e gli ordinativi non sono stati sufficienti a coprire le uscite». Così la proprietà ad inizio anno ha annunciato la volontà di cessare attività.  «Siamo andati avanti per qualche mese con la cassa integrazione ordinaria, fino ad aprile.  Dal 14 maggio abbiamo firmato a Roma per la cassa straordinaria». L’accordo prevede 12 mesi di cassa e, se il almeno 30% dei lavoratori uscirà dal piano industriale, c’è la possibilità concreta che l’ammortizzatore sociale venga prorogato per altri 12 mesi».

Di fronte ad una situazione così disastrosa alcuni dipendenti accusano il Sindacato di non aver fatto abbastanza: «Abbiamo sempre cercato di tutelare i lavoratori – spiega Peghini –  li capisco benissimo e condivido il dramma che stanno vivendo. Purtroppo i posti di lavoro sono sempre di meno e trovare una ricollocazione diventa ogni giorno più complicato. Ma non li abbiamo lasciati soli. Abbiamo fatto tutto il possibile perchè potessero usufruire degli ammortizzatori sociali. La Pettinatura Biellese è una realtà privata e non potevamo obbligare la proprietà a tenere aperto contro la sua volontà».

Nelle scorse settimane si è anche sparsa la voce che  qualcuno potesse essere interessato ad acquistare l’azienda: «E’ assolutamente falso. Magari fosse così. Purtroppo nessuno era interessato. L’azienda era in perdita da troppo tempo e alla proprietà non è rimasto altro da fare che chiudere». La famiglia Bracco, dal canto suo sembra stia facendo di tutto per riparare, come possibile: «L’azienda sta facendo in modo di andare quanto più incontro ai lavoratori. Ha chiesto un anticipo regionale affinchè non rimanessero neppure un mese senza salario. Ed ha chiesto un anticipo per pagare loro il tfr».

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