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Cronaca

Multa e motorino sequestrato al postino senza casco, il giudice di pace annulla la sanzione

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BIELLA – Nel maggio dello scorso anno era stato pesantemente multato perchè mentre consegnava la posta aveva parcheggiato il motorino sul marciapiede e nello spostarsi tra un numero civico e l’altro, distanti poche decine di metri, non indossava il casco. Le sanzioni pecuniarie erano state due ammende di 84 e 28 euro (aumentabili a 168 e 56 se non pagate entro i 30 giorni previsti), meno cinque punti sulla patente e il fermo amministrativo del mezzo, ovviamente di proprietà di Poste Italiane, per ben 60 giorni. Una stangata che al malcapitato non era andata giù tanto da indurlo a presentare ricorso al giudice di pace che in questi giorni gli ha dato ragione: le sanzioni pecunarie e amministrative sono state annullate.

L’episodio era accaduto in via Cottolengo a Biella. Nello spostarsi da un civico all’altro, entrando e uscendo in continuazione dai portoni dei condomini tra loro distanti pochi metri, il portalettere percorreva con il motorino di servizio il marciapiede senza peraltro indossare il casco.

Una scena, peraltro comune a molti operatori dell’azienda e diventata pressoché famigliare, che però non era passata inosservata a un operatore della Polizia che percorreva la via a bordo di una vettura di servizio. Il rappresentante delle forze dell’ordine era così intervenuto intimando al portalettere di seguirlo in Questura dopo essersi fatto consegnare i documenti per l’identificazione di rito. Giunto in via Tripoli il postino non era stato fatto nemmeno salire negli uffici ma era rimasto in attesa in strada per circa venti minuti fino al ritorno dell’agente che gli aveva consegnato e notificato i verbali con le relative sanzioni. Anche in questo caso le ulteriori giustificazioni e le comprensibili proteste del dipendente delle Poste non erano servite assolutamente a nulla. Con un umore facilmente immaginabile il portalettere era così ritornato nella sua zona di servizio per completare la consegna della corrispondenza.

Ma invece di pagare, aveva deciso di far valere le proprie ragioni davanti al giudice di pace che, analizzati i fatti, ha deciso per l’annullamento delle sanzioni.

Foto di archivio

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