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Cronaca

Papà di due figli muore a 44 anni

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Papà di due figli

“A l’è nen giornà”, così recitava la scritta sul suo inconfondibile camioncino. E non è proprio giornata per le tante persone che in queste ore stanno piangendo la morte di Enrico Acquadro, scomparso nella notte tra mercoledì e giovedì, a soli 44 anni.

Papà di due figli portato via dalla malattia

Lascia due figli che vanno ancora a scuola, la mamma Piera e la sorella Nadia.

Una malattia se l’è portato via rapidamente, nel giro di pochi mesi; si è spento all’ospedale “Degli Infermi”, circondato dall’affetto dei suoi cari e dei molti amici.

“Il Pinky” e l’inconfondibile furgone “a l’è nen giornà”

Acquadro era un vero proprio personaggio, conosciuto da tanti, non solo a Graglia e in Valle Elvo, dove è cresciuto e ha vissuto, ma anche in città. Era benvoluto da tutti, come dimostrano le decine di messaggi di cordoglio comparsi nelle score ore sui social network per salutare “Il Pinky”. Questo era il suo soprannome, nato ai tempi in cui gestiva l’omonima pizzeria a Graglia.

Papà di due figli Giardiniere di professione, Acquadro sapeva fare un po’ di tutto ed era molto versatile. Negli ultimi anni si era occupato in particolare di traslochi, cantine e soffitte da vuotare, piccoli trasporti. Sempre in giro con il suo celebre furgone.

“Quando avevo bisogno, nella mia attività di geometra – ricorda Guido Dellarovere -, mi capitava di affidargli alcuni incarichi. Era un uomo di compagnia, gli piaceva mangiare e bere insieme alle persone. È anche capitato di fare qualche serata insieme, a ridere, scherzare e prendersi in giro per la politica. Non mancava mai la battuta sui battibecchi tra me e Ramella Pralungo. Era una brava persona”.

“Non sembra vero che non ci sia più”

Anche il cugino e amico di una vita, Andrea Canale, lo ricorda con grande affetto:

“Eravamo molto legati, la colazione insieme era un appuntamento fisso prima di iniziare la giornata. Spesso, quando aveva bisogno, mi capitava di dargli una mano. E poi c’erano le serate in compagnia, al Rinald, al Barolino, al Sut l’Ala, dove era uno di famiglia. Ha lasciato un grande vuoto in tutti, non sembra ancora vero che non ci sia più”.

L’ultimo saluto è stato dato sabato mattina alle 10 nella chiesa di Vagliumina.

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