BiellaCronaca
È morto Ermanno Caneparo, lo storico Gipin di Biella
Il suo cuore ha smesso di battere nella notte. Aveva 93 anni. Il ricordo del figlio Valter: “Era un ‘duro’, ma estremamente generoso. Se c’era da organizzare una festa, era sempre in prima linea”

Ha smesso di battere il grande cuore di Ermanno Caneparo (nella foto insieme al figlio Valter), per tutti molto più semplicemente “il Gipin”, come il nome della maschera di Biella, che ha impersonato per trent’anni, fino a una decina d’anni fa.
Ermanno Caneparo è morto a 93 anni. Addio allo storico Gipin
Caneparo si è spento nella notte all’Oasi di Chiavazza, a causa delle complicazioni provocate da una polmonite. Ad annunciarne la scomparsa è stato il figlio Valter, storico giornalista biellese.
L’ultimo saluto
La città dirà addio al suo Gipin martedì mattina alle 9,30, nella chiesa parrocchiale del Piazzo. Nella stessa chiesa, lunedì alle 20,30, verrà recitato il rosario. Fino al giorno del funerale sarà possibile far visita a Caneparo nella casa funeraria dell’impresa Destefanis, in corso San Maurizio 9/A (orario 8:30 – 12:00 e 14:30 – 17:30).
Una vita nel comitato del carnevale
Nato il 1° maggio del 1932, Ermanno Caneparo è stato per più di mezzo secolo uno dei protagonisti assoluti del carnevale biellese. Per oltre 60 anni ha fatto parte del comitato organizzatore e per oltre tre decenni ha vestito i panni del Gipin e tirato le orecchie al sindaco di turno, andando in “pensione” a metà degli anni Dieci. “Il carnevale bisogna averlo nel sangue – raccontava alcuni anni fa, mentre annunciava di voler cercare un successore -. E’ una festa da amare alla quale dedicare tempo e energie”.
Tempo ed energie che lui, affiancato dalla mitica Catlina, non ha mai fatto mancare.
Non solo carnevale: per vent’anni è stato presidente del quartiere
Il carnevale non era l’unica passione di Caneparo. L’altro suo grande amore è sempre stato il Piazzo, luogo in cui è cresciuto e ha sempre vissuto. Negli oltre vent’anni in cui è stato presidente di quartiere ha accompagnato il borgo antico nella sua trasformazione: da rione “difficile” a perla della città. Fu anche tra i fondatori dell’associazione “Amici del Piazzo” insieme a Cesare Erba.
L’amore per le feste
Quando c’era da organizzare una festa o una manifestazione, Caneparo c’era sempre, non si tirava mai indietro. Che si trattasse del raduno del “gruppo del ’32”, per anni organizzato insieme all’amico Sergio Fighera, o che fosse la Fagiolata del Piazzo o la Folle notte, cambiava poco: lui non faceva mai mancare il proprio contributo e supporto.
Il figlio Valter: “Amava vedere la gente stare bene”
“Organizzava feste mitiche – ricorda a questo proposito il figlio Valter -, anche casa nostra era sempre aperta agli amici. Mio padre era un “duro”, aveva un carattere forte, ma era anche estremamente generoso, contrariamente a quanto si dice dei piemontesi… Era sempre favorevole a qualunque tipo di festa, purché la gente stesse bene e fosse felice”.
Una vita non semplice
Nato nel ’32, Caneparo non ha certo avuto una vita facile. Da bambino visse la guerra e l’occupazione tedesca, perse un fratello e una sorella. Da adulto, altri due gravissimi lutti: la morte della moglie Ivana Crepaldi, nel 1983, e quella della figlia Daniela, nel 1992. Eppure ha sempre continuato a darsi da fare e a spendersi per la comunità e per provare a regalare sorrisi alle persone, magari anche solo con una semplice battuta al vetriolo – rigorosamente in piemontese – nei panni del Gipin.
Di professione era un meccanico di macchine tessili, oltre che un fuochista primo generale, come amava ricordare. Significava che aveva raggiunto il grado più alto per quanto riguarda il controllo delle centrali termiche.
“A parte il suo lavoro, era davvero bravo a far tutto – ricorda ancora il figlio Valter -, dall’elettricista all’idraulico. Ha di fatto costruito due case… Non si risparmiava mai, era instancabile, una macchina da guerra”.
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