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Volere o volare andiamo a votare

Sale & pepe, la rubrica di Luigi Apicella

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Volere o volare andiamo a votare. Questo slogan, per certi versi quasi cinematografico, vuole essere una sorta di incoraggiamento per tutti quei biellesi che, a pochi giorni dal voto, stanno realmente pensando di astenersi, di fare altro domenica prossima, 25 settembre, giorno delle elezioni.

Lo dico perché, tra la gente del rione, per le vie del centro, tra clienti vicini e lontani questa presa di posizione serpeggia eccome. C’è sempre un però di mezzo che sono permesso di evidenziare a chi mi chiedeva conto in queste settimane delle mie intenzioni di voto: andrò a votare con l’obiettivo che la situazione migliori, punto. La faccenda ci riguarda tutti da vicino come non mai anche a dispetto di una classe dirigente (si fa per dire) “così così” e di una legge elettorale pessima che di fatto riduce la rappresentatività dei territori (oltre al numero di parlamentari) rispetto alle imposizioni dall’alto delle segreterie di partito.

Però a vedere, Biella, quasi in controtendenza, a livello locale è ben rappresentata con tutto un fiorire di candidati di ogni colore e di ogni tendenza, tutti “desiderosi” di ritrovarsi a Roma per fare finalmente – dicono – gli interessi del territorio. E così riecco magicamente apparire appelli e affermazioni per il rilancio del tessile, da sempre cavallo di battaglia nei momenti “decisivi” della Nazione, o il tema dei collegamenti che, seppur siano oltre trent’anni che se ne dibatte, questa volta siamo sicuri sarà la volta buona.

Ecco di fronte a questi slogan, che si spera per noi prima o poi vengano confermati nei fatti, il nostro ruolo non deve essere di meri spettatori distratti quanto piuttosto di cittadini elettori attenti, con buona memoria, che in cabina elettorale sapranno fare la propria scelta. Non importa se la meno peggio, se turandosi il naso o realmente convinti: l’importante sarà esserci per scegliere in base alle proprie opinioni, idee, aspirazioni che a Biella devono tornare a contare onde evitare di rimanere imbrigliati nel solito ritornello in salsa biellese: “le cose vanno così, non ci possiamo fare niente”.

Certo in termini di rapporto con il nostro territorio della classe dirigente candidata potremmo stare qui ore a raccontarcela: ne verrebbero fuori delle belle, ben sapendo però che anche gli stessi amministratori cittadini devono pungolare continuamente – ogni giorno – chi ci rappresenta a Roma per portare a casa dei risultati come in ogni impresa piccola o grande che sia. Il sindaco, mai come adesso, ha un ruolo importante: deve essere una sorta di catena di trasmissione quotidiana tra i nostri rappresentanti a Roma e i lavoratori, le piccole medie imprese sul territorio.

Deve essere gli occhi e le orecchie di Biella, deve essere il collante di una squadra unita che deve giocare una partita difficilissima, quella dei rincari, delle bollette alle stelle, delle aziende che chiudono, delle attività che non ce la fanno. Se tu mi chiedi il voto a Biella, una volta in carica, non deve più succedere che da Biella a Roma io poi debba venire con il cappello in mano (si fa per dire) per ricordarti i tuoi impegni. Dovrai venire tu, neo eletto dal territorio come suo rappresentante, con un cappello grande pieno di soluzioni e proposte concrete per cambiare le cose. Si governa con i finanziamenti, ma anche con le idee.

Se qualcuno già sa che, anche a Roma, non si potrà fare nulla di più rispetto ad oggi, meglio che stia a casa. Io andrò a votare per dare un contributo a cambiare anche queste dinamiche, per fare un passo avanti anche piccolo e nel tempo. Spero che anche Biella, nel suo complesso, voglia provare a superare il pessimismo, facendosi sentire. Ogni singolo voto non vale uno: vale tanto…

Luigi Apicella

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