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Vicenda dell’utilizzo dei Tamponi per test anticovid in carcere

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Comunicato stampa

“La situazione sanitaria era critica già negli anni passati e da sempre denunciata. […] Nel caso ci sia una positività prima di gennaio, quando entrerà nel suo ruolo la nuova figura responsabile del presidio dell’Asl non si sa chi gestirà la situazione. […] Dal 9 al 30 novembre i turni di guardia medica sono stati scoperti […] Non c’è uno psichiatra fisso che entra in carcere ma viene di volta in volta un medico diverso. La gestione della problematicità legata alla salute mentale non può essere lasciata agli agenti […]”. Il Tavolo carcere riparte da queste dichiarazioni rilasciate il 21 dicembre 2021 dalla Garante dei diritti delle persone private della libertà personale in Consiglio comunale. Dichiarazioni contestate, successivamente, come “false” e “pretenziose”. Non era così e le recenti notizie sull’inizio di un procedimento penale che accerterà le responsabilità rispetto a un utilizzo illegittimo di tamponi riservati ai detenuti ma utilizzati da altri soggetti lo confermano. Il carcere di Biella ha vissuto un periodo di “malagestione” dal punto di vista sanitario (che non riguarda il medico attuale) e quello che si conosce oggi ne è una naturale conseguenza.

Come enti, associazioni, singoli che entrano in Carcere la nostra priorità adesso è quella di migliorare la vita di chi vive il penitenziario. Le notizie trapelate, i “nomi e cognomi”, le presunte responsabilità date come certe che pennellano di un nero senza sfumature tutto il sistema carcere biellese non aiutano. Se alla magistratura spetta accertare le responsabilità personali di ognuna delle persone coinvolte, a noi spetta il compito di sottolineare quanto di positivo è stato fatto in questi anni. Ricordarlo all’interno ma anche all’esterno. Ripartire dal “buono”, distinguendolo dal “marcio”, significa ricostruire un clima di fiducia, all’interno, tra detenuti e Istituzione. Anche per raccontare a chi in carcere non entra quelle “sfumature” che esistono.

Abbiamo sperimentato negli anni l’importanza di avere una rete in cui ognuno svolge con responsabilità e dedizione il suo compito. Soprattutto in un sistema complesso come quello legato al carcere.

Chiediamo:

Agli organi di informazione di non alimentare ulteriori tensioni intorno alla vicenda. Le responsabilità personali verranno appurate in sede giudiziaria. Le speculazioni, le informazioni riservate che abbiamo visto pubblicate nelle pagine dei quotidiani locali in questi giorni rendono difficile la vita all’interno dell’istituto e non aggiungono nulla in termini di conoscenza da parte della popolazione esterna di quanto accaduto

Alla Direzione del carcere la possibilità di entrare, al più presto, per ricominciare le attività -nel rispetto della normativa vigente legata alla pandemia da Covid-19- perché solo ricominciando a dialogare con tutta la popolazione detenuta è possibile ricostruire un clima sereno.

Alla Direzione sanitaria, di adottare tutte le misure necessarie per garantire il rispetto del diritto alla salute delle persone ristrette e di tutto il personale coinvolto nella vita detentiva.

Al Sindaco, ai Consiglieri comunali di maggioranza e minoranza, alla “classe politica” della Città di Biella di prendere seriamente a cuore il tema del carcere non trasformandolo in campo di lotta politica, di conquista di consenso ma come luogo in cui i diritti delle persone rischiano di essere calpestati ed è necessario intervenire per supportare e garantire che tutto ciò che di positivo avviene sia valorizzato e non ostacolato.

Alla popolazione di contattare le nostre realtà, informarsi, andare oltre gli slogan per conoscere le “sfumature” che colorano il “nostro” carcere di via dei Tigli.

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