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Un biellese tra i delegati italiani allo Youth 20

Ci sarà anche Andrea Rosso, cossatese di 28 anni, tra i ragazzi provenienti da tutto il mondo che presenzieranno al Summit che si terrà in India ad agosto

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«Sono rientrato da pochi giorni dall’India, più precisamente da Leh, dove si è tenuto il Pre Summit Youth 20, e devo ammettere che è stata un’esperienza incredibile, nonché un grande onore poter rappresentare il nostro paese ad un evento così importante. Siamo stati accolti dal ministero della gioventù indiano in una maniera che non mi sarei mai aspettato, chiudevano le strade al nostro passaggio. Avevamo un albergo praticamente tutto per noi, quasi duecento ragazzi venuti da tutte le parti del mondo per confrontarsi su tematiche mondiali. Una quattro giorni di confronti e dibattiti così da trovare delle soluzioni percorribili da presentare ai Presidenti e Capi di Stato al G20, il Summit di Delhi programmato per settembre.

E’ ancora emozionato Andrea Rosso, cossatese di 28 anni, quando racconta l’esperienza di cui è stato protagonista nei giorni scorsi. Il biellese, infatti, è uno dei delegati italiani, 5 in tutto, che rappresentano l’Italia allo Youth 20 (Y20), l’ “engagement group” ufficiale del G20 dedicato ai giovani. La scorsa settimana si è tenuto in India un Pre Summit in vista del Summit Y20 che si terrà a Delhi nel mese di agosto.

Da Cossato all’India, un bel cambiamento, ma com’è arrivato ad essere un delegato del Y20?

Potremmo dire che questo risultato è stato il frutto dei miei studi e, sopratutto, delle mie passioni. Dopo aver frequentato il liceo scientifico nella mia città mi sono trasferito a Torino dove mi sono laureato in Scienze Naturali, da lì sono partito per l’Olanda dove ho conseguito un master presso la Wageningen University & Research.

Perchè proprio l’Olanda?

L’ateneo che ho avuto la fortuna di frequentare viene considerato il primo per sostenibilità al mondo. Le materie che si studiano lì sono per metà ambientali e per metà sociali. Io, per esempio, durante la specializzazione ho approfondito il discorso dei diritti umani legati alle tematiche ambientali, nello specifico approfondendo l’aspetto di genere che a me sta particolarmente a cuore. Per capirci ho fatto una tesi su come rendere il sistema ciclistico di Torino più adatto alle donne. Oltretutto lì ho avuto la fortuna di vivere in un “quartiere” frequentato da studenti provenienti da tutto il mondo che avevano a cuore una sola cosa, l’ambiente, come preservarlo e come migliorarlo.

Una volta specializzato poi ha lasciato l’Olanda?

Sì. Appena finito gli studi sono partito per il Brasile dove sono rimasto alcuni mesi sia per viaggiare che per conoscere alcune popolazioni locali cosiddette marginalizzate. Poi sono rientrato in Italia. Adesso vivo a Torino dove lavoro come ricercatore per Fondazione LINK, una realtà del Politecnico, e mi occupo di progetti europei che riguardano l’inclusività e la sostenibilità. Oltre al mio lavoro, poi, ho altri due “impegni” che porto avanti con grande passione. Faccio, infatti, parte del Young Scientists Group presso il World Food Forum della FAO e da febbraio di quest’anno sono diventato, appunto, uno dei delegati italiani per il Youth 20.

Molti impegni ma tutti legati in modi diversi all’ambiente e alla società, giusto?

Sì, esattamente. Molti dicono che i giovani siano il futuro, io sinceramente penso che siano il presente. E’ oggi che dobbiamo impegnarci, non domani. L’opportunità che ci viene data con il Summit Y20 è quella di far sentire la nostra voce. Di indirizzare e consigliare la politica mondiale verso linee guida di cui noi siamo i promotori. Un’occasione preziosa che non va sprecata, i ragazzi devono entrare nel sistema , farne parte, avere un ruolo da protagonisti.

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