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Tutti al capezzale del vecchio ospedale, una riunione per discutere cosa farne

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EX OSPEDALE, L’ASSESSORE CAUCINO CONVOCA UN TAVOLO PER DECIDERNE IL FUTURO

Invitati, per lunedì via streaming, i rappresentanti di tutti i principali stakeholder della città per un primo appuntamento al quale ne dovranno seguire altri per giungere ad un progetto condiviso: «No a piani calati dall’alto, sì al confronto di idee e di proposte. Occorre fare in fretta, sono trascorsi troppi anni e i biellesi non meritano questa situazione»

Serve un progetto in tempi brevi

«Serve, in tempi brevi, un progetto condiviso per il recupero dell’ex ospedale di Biella. Il tempo delle parole è finito, occorre passare ai fatti per restituire alla città lo storico immobile e sfruttarlo per offrire importanti servizi. Ma perché questo possa avvenire la soluzione non è quella di calare progetti dall’alto, questo è un bene di tutta la nostra comunità e deve essere la stessa a incontrarsi e scegliere quale sarà il futuro del nosocomio dismesso». Ha le idee chiare e la ferrea volontà di arrivare a soluzioni concrete l’assessore regionale biellese, Chiara Caucino, che per stringere i tempi e arrivare in fretta a un progetto condiviso che possa partire ha convocato un tavolo (che si svolgerà, per permettere la massima partecipazione, in videoconferenza) ai quali sono stati invitati tutti quelli che possono essere considerati gli stakeholder del territorio.

L’appuntamento è fissato per lunedì 29 gennaio alle ore 15

In particolare, sono stati invitati il Ministro Gilberto Pichetto Fratin, il Sottosegretario, Andrea Delmastro Delle Vedove, il parlamentare Roberto Pella, l’assessore regionale Elena Chiorino, il consigliere regionale, Michele Mosca, il sindaco di Biella, Claudio Corradino, gli assessori Gabriella Bessone, Isabella Scaramuzzi, Silvio Tosi, Barbara Greggio e Massimo Gaggino, il presidente della Provincia di Biella Emanuele Ramella Pralungo, Paolo Naldini, della Fondazione Pistoletto, Cristian Clarizio, di Sella Lab, Luca Tempia, della Cooperativa Anteo, i rappresentanti dell’Asl dal DG, Mario Sanò, accompagnato da Paolo Garavana ed Eva Anselmo, Viola Erdini, del Fondo Edo Tempia, Ermanno Rondi, presidente Città Studi Biella, Michele Colombo, presidente della Fondazione CRB, Gionata Pirali di CNA Biella, e i rappresentanti di Confcommercio, Confartigianato, Confesercenti, Confindustria, Ance, Associazione Turismo Biella, Anfass, Unione ciechi Biella e Centro per il Volontariato. Oltre a tutti coloro che vorranno partecipare nelle riunioni successive.

L’ex ospedale è ormai, da più di dieci anni, per la precisione da dicembre 2014, completamente abbandonato e attende di essere riutilizzato. Si tratta di una struttura importante, di 53mila metri quadrati che – proprio per la sua grandezza – va incontro a un degrado molto più rapido. I tentativi di mettere in vendita l’immobile, realizzato alla fine degli anni ‘30 e articolato su otto piani fuori terra e valutato circa 8 milioni di euro – per ora non hanno avuto esito. Fino ad oggi sono stati avanzati numerosi progetti, tutti, di fatto finiti in un nulla di fatto.

«Credo – spiega Caucino – che Biella non possa permettersi questo vulnus, peraltro in prossimità del centro città e che debba trasformare il “problema” in una grossa opportunità. Ma senza l’accordo e la volontà del territorio ogni progetto è destinato a dissolversi nel nulla. Per questo ho pensato che sia arrivato il momento di assumerci le nostre responsabilità, ognuno per la propria parte, di sederci intorno a un tavolo e di ascoltare le proposte di tutti per giungere in tempi ragionevoli a un progetto condiviso, individuare le eventuali risorse necessarie per realizzarlo e partire. Lo dobbiamo alla nostra città, Biella, e lo dobbiamo soprattutto ai biellesi, che non meritano di assistere inermi al declino di quello che è stato – e che è ancora oggi – uno dei complessi più importanti della nostra città».

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4 Commenti

1 Commento

  1. Ardmando

    25 Gennaio 2024 at 18:14

    Il miglior progetto e la migliore proposta, che nessuno farà: abbatterlo e trasformare l’intera area in un parco verde. Troppe strutture fatiscenti e abbandonate ammorbano il territorio cittadino, scheletri decomposti residui di un epoca ormai persa nella leggenda. L’accanimento “terapeutico” è quello di continuare a mantenerli in piedi, come se dopo ogni tornata di chiacchiere vuote e inutili in merito al destino di questa o quella struttura fatiscente, non restasse altro che le chiacchiere stesse. I biellesi non meritano di assistere al declino di quel mostro edilizio, è vero. Ecco perchè va abbattuto e l’intera area trasformata in qualcosa ricco di verde. Figuriamoci se qualcuno si prenderà mai l’onere di trasformare quel colosso di edificio.

    • Steap63

      26 Gennaio 2024 at 13:58

      Ha ragione…. costa meno demolire. Anche tutti gli scheletri di un passato ormai remoto. Quanto spazio si riguadagnerebbe.

  2. Steap63

    27 Gennaio 2024 at 9:00

    Nel frattempo tanti bla…bla… inutili che non porteranno a nulla, se non magari soldi pubblici nelle tasche di progettisti per progetti che non verranno mai realizzati o per il mantenimento in sicurezza. Abbattetelo…..

  3. Derceto

    1 Febbraio 2024 at 6:03

    Gli stakeholders? Vulnus? Sembra di leggere il vernacoliere. Teatro di gente che giustifica mestieri inutili per imbarazzo più che per pudore. 8 milioni di valore in base a cosa? A bilancio? Ma chi può senza vergognarsi iscrivere quel valore a patrimonio? E chi senza macchiarsi pure certificarlo? Una qualsiasi azienda si vedrebbe denunciata per meno. Ci fanno credere che la “mala-vita” sia roba da pizzini da Gomorra da chissà quali trame fitte di luoghi comuni ma in realtà il mal vivere e’ davanti a noi ogni giorno. Tavoli? E sedie aggiungo, e comode pure, con acqua e microfoni per strillare propositi unti di interessi caserecci come le orecchie sorde di chi li ascolta ancora. Propongo una raccolta fondi con l 8 per mille per procurare pale e mazze a quelli che a quel tavolo vorranno dimostrare interesse al ben vivere cominciando a lavorare abbattendo il rudere. .. ma qualcosa mi dice che non saranno mai riscossi.

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