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Tempi lunghi per “liberare” Ronco, ancora isolato dalle frane

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Il sindaco Moglia: «Siamo un paese praticamente isolato e non ho nessuna risposta su quando e come le strade danneggiate dall’alluvione saranno nuovamente ripristinate e aperte alla normale circolazioni stradale».

«Siamo un paese praticamente isolato e non ho nessuna risposta su quando e come le strade danneggiate dall’alluvione saranno nuovamente ripristinate e aperte alla normale circolazioni stradale».

Questa è solamente una parte dello sfogo del sindaco Carla Moglia a seguito dai danni stradali provocati dalle forti piogge di qualche settimana fa. Attualmente sono interrotte per frane le due principali arterie che conducono in  paese: la strada provinciale 102, quella che da Chiavazza porta a Ronco, e quella che sale da Vigliano Biellese.

«Questa situazione mi angoscia – continua Carla Moglia -. Sentendo il parere dei tecnici della Regione Piemonte, i quali hanno fatto un sopralluogo in entrambe le strade, non si tratta di semplici smottamenti, dove basta rimuovere la terra e il gioco è fatto, bensì, si è verificato un cedimento del sedimento stradale, quindi ora bisogna provvedere alla progettazione e, successivamente, dovremo partire con i lavori. Il problema è che, sia la Regione che la Provincia di Biella, attualmente non sono in grado di intervenire economicamente, prevedo un futuro drammatico».

Per raggiungere il paese ora le alternative sono due, passare da Pavignano e poi scendere verso Ronco, oppure dalla strada della Valsera, che si trova a Valdengo: «Oltre che per i miei cittadini – prosegue il sindaco -, mi preoccupo per il fatto che in paese ci sono molte attività produttive, tra le quali la ditta Angelico e alcuni florovivaisti. Tutti i giorni i mezzi pesanti devono assolutamente effettuare il carico  e scarico. Mi auguro che non si arrivi a mettere a repentaglio dei posti di lavoro, altrimenti sarebbe un dramma enorme. Le due strade in questione, non sono di proprietà del mio Comune, quindi ora  – conclude Carla Moglia – mi trovo completamente disarmata. Tutti i giorni, i cittadini telefonano giustamente in Comune, ma purtroppo non so più nemmeno che cosa rispondere».

Mauro Pollotti

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