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Sicurezza, il Questore percepito

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Ecco, ci risiamo. Il buon Questore ci riprova, a spiegarci che a Biella un’emergenza sicurezza non esiste. È evidente per chiunque abbia una buona riserva di senno che la sicurezza dei cittadini debba essere sempre una priorità, per qualsiasi amministrazione. Ma l’altra evidenza è dettata dai dati sulla criminalità locale: quella che sancisce come i reati siano in netta diminuzione.

Eppure, immaginando un equivoco bilancino, s’alleggerisce il peso della realtà mentre aumenta quello della percezione: all’oggettiva diminuzione degli atti criminali, corrisponde un soggettivo aumento del senso d’insicurezza. Da cosa deriva questo patologico aumento di peso di un timore che non dovrebbe nemmeno esistere, se paragonato ad altre realtà metropolitane? Qual è la sorgente di una convinzione che non arretra nemmeno di fronte al conforto statistico di dati che non sono opinioni, ma fatti con i quali, al limite, fare i conti?

Qualche idea ce l’ho. Non che serva avere doti da divinatore: basta tenere gli occhi bene aperti quando ci si guarda attorno. E fare tara e differenza tra i bisogni reali e quelli indotti. Quelli reali li ha ben descritti il Questore, spiegando quali sono gli sforzi messi in campo, in termini umani e di risorse in generale, per prevenire atti criminosi. So di dire una banalità, ma forse così è più chiaro: prevenire è meglio che curare.

I bisogni indotti, invece sono quelli che – perdonatemi – inducono alla falsa percezione. E ha un bel da fare, il nostro signor Questore, a gettare acqua sul fuoco fatuo di una sproporzionata sensazione, frutto della bulimia di una comunicazione dopata. Ingrassata a sua volta dall’ingordigia di media tradizionali che enfatizzano la quotidianità con titoli da terrorismo sociale, di social media che la distorcono, di partiti e movimenti che cavalcano questa distorsione in perfetta malafede.

Capisco che chi ha subìto un furto possa avere la sua percezione personale del problema: è un meccanismo naturale di difesa. Ma il fatto che i furti, tra il 2018 e il 2019, siano diminuiti del 22% in provincia e del 35% in città è, appunto, un fatto. Diminuiscono rapine, ricettazioni, furti in casa, violenze sessuali. Aumentano le truffe informatiche sancendo il fatto che noi, pronti a dispensare verità su ogni social possibile, ci facciamo poi infinocchiare dal primo nerd che ci prova affittando una casa vacanze sottocosto, acquistando un iphone a metà prezzo, accettando la proposta economica di un principe nigeriano.

Facili creduloni, ecco cosa siamo. Ecco perché crediamo di avere un’emergenza sicurezza in città. Ecco perché portiamo a spasso percezioni farlocche. Facciamo attenzione quindi a chi ci dice di aver paura per poi darcene una soluzione elettorale. Facciamo attenzione quindi, quando alla giusta revisione di un regolamento di Polizia municipale datato 1938, si cercherà di approvare – facendosene vanto – un regolamento che non parla certo di prevenzione, ma di repressione sì. Pure troppo.
Ma adesso, però, cerchiamo una buona volta di “percepire” il Questore e qualche dato di realtà.

 

Lele Ghisio

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