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Sanità, pubblicato sul Journal of Clinical Medicine uno studio coordinato dall’ASL Biella

Il tema è l’assistenza infermieristica

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L’ASL di Biella, centro di coordinamento di uno studio nazionale sull’assistenza infermieristica che ha coinvolto 26 strutture ospedaliere in tutta Italia, ha visto recentemente pubblicato sulla rivista specialistica Journal of Clinical Medicine l’articolo “Intentional Rounding versus Standard of Care for Patients Hospitalised in Internal Medicine Wards: Results from a Cluster-Randomised Nation-Based Study”, finalizzato a dimostrare i vantaggi per i pazienti ricoverati in ospedale derivanti dall’applicazione della procedura dell’Intentional Rounding. Si tratta di una pratica assistenziale nata
negli Stati Uniti d’America con lo scopo di aumentare la qualità assistenziale e la sicurezza dei pazienti ricoverati tramite un approccio di tipo proattivo.

La ricerca, condotta dall’ottobre 2019 al marzo 2020, ha interessato 26 reparti di Medicina Interna del territorio nazionale, per un totale di 1.822 pazienti.
Lo studio, promosso dalla Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti (FADOI), è nato dalla collaborazione tra la Direzione delle Professioni Sanitarie dell’ASLBI, Struttura coordinatrice dello studio nazionale, l’Università del Piemonte Orientale, la Fondazione di ricerca FADOI e l’Associazione Nazionale Infermieri Medicina Ospedaliera (ANìMO).
Scopo dello studio era analizzare gli effetti dell’applicazione dell’Intentional Rounding nella pratica assistenziale nei reparti di Medicina Interna.
Il dottor Dino Stefano Di Massimo, infermiere specialista in Ricerca, Qualità e Accreditamento della Direzione delle Professioni Sanitarie dell’ASLBI e responsabile dello studio per il Centro di Coordinamento, spiega l’indagine sull’applicazione dell’Intentional Rounding, metodologia diventata ormai standard nell’ambito dei reparti di Medicina Interna dell’Azienda Sanitaria biellese: «Lo studio è stato progettato per indagare, da un punto di vista statistico, gli effetti dell’Intentional Rounding sui pazienti coinvolti nei centri dove questo è stato applicato rispetto a quelli in cui non lo è stato, tra i 26 reparti di Medicina Interna che hanno partecipato. Come riporta la letteratura scientifica internazionale, le cure considerate “fondamentali”, ad esempio il bere, lavarsi o mobilizzarsi rischiano di essere procrastinate, con il rischio che venga a ridursi la dignità personale, la qualità dell’assistenza e la sicurezza dei pazienti ricoverati».

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