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Ricominciare dal territorio dopo il coronavirus

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Timidamente, molto timidamente, si sta cominciando a parlare del dopo coronavirus, di ciò che sarà quando ciascuno di noi potrà tornare alle proprie attività senza vincoli di tempo e di luogo, senza mascherine e distanze da mantenere. La sensazione è che questa tempesta si lascerà alle spalle cumuli di macerie e tante esistenze da ricostruire. Sto pensando a tante piccole imprese, a negozi, ristoranti, bar, a molte attività svolte in ambito familiare, a chi ha mutui da pagare, bambini da mantenere, anziani da accudire.

Ed allora sarà davvero il momento di ritrovare quello spirito di conunità, di appartenenza, di solidarietà un tempo diffuso soprattutto nei centri più piccoli. Torniamo ad acquistare nei negozietti e, in quelli, cerchiamo di privilegiare i prodotti del territorio. Il Biellese, come molta parte dell’Italia, custodisce ancora, fortunatamente, soprattutto in tanti ambiti provinciali, una moltitudine di microaziende, tanti esercizi di paese, tanti piccoli produttori che mai come ora hanno bisogno di nuovi slanci per poter sopravvivere.

Certo, rispetto alla grande distribuzione, non sempre i prezzi potranno reggere il confronto, ma quasi sempre è la qualità a fare la differenza e, soprattutto, quei pochi euro in più che ciascuno di noi si troverà a pagare, saranno il contributo che tutti insieme daremo per garantire la sopravvivenza di tante attività locali che la pandemia avrà messo in ginocchio.

Premiare i produttori del territorio significa creare una circuitazione di denaro con ricadute positive sul territorio stesso, che altro non è se non la realtà nella quale viviamo ogni giorno. Se il coronavirus, in qualche modo, ci indurrà a riflessioni e a scelte un po’ meno omologate, potremo dire che anche nell’oscurità di questa tragedia, a volerli cercare, potranno risplendere dei raggi di luce.

Giorgio Pezzana

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