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“Riapro la discoteca di Varallo perchè a Biella è impossibile, come per i negozi di via Italia”

Le richieste economiche sono assurde come se il mercato fosse rimasto quello di anni fa: “Meglio tenere chiusi anziché accettare un’offerta”

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«Discoteche a Biella? Impossibile, i proprietari degli immobili hanno richieste assurde e fuori mercato. Succede in pratica quanto avviene già per altri spazi commerciali, tipo i negozi. E penso soprattutto a via Italia: meglio tenere chiusi dei locali anziché accettare un’offerta». Parola di Filippo Regis, l’uomo che sta contribuendo a riaprire la storica discoteca valsesiana dell’Igloo, chiusa definitivamente nel 2018 dopo una serie di tentativi andati a male.
Da una vita nel mondo dei locali notturni e delle sale da ballo, Regis spiega il progetto in corso: «E’ un problema di mentalità. Che a Biella purtroppo non c’è, mentre altrove sì. Punto. E’ il caso di Varallo, dove la convergenza tra imprenditori privati e amministratori pubblici è ottimale. Ecco perché mi sono fatto promotore di questa idea, difficile ma possibile».
Spiega quindi Regis il percorso intrapreso: «Oggi chiunque apra un locale va incontro a buoni incassi e successi economici. Semplice la ragione, dopo anni di pandemia sanitaria: c’è una tale voglia di condivisione, di stare insieme e di uscire da casa per ritrovarsi tra amici, che qualsiasi offerta sulla piazza funziona. Il progetto però intrapreso con i proprietari della struttura è diverso e, mi permetto, più ambizioso. Di fatto apriremo a tappe, verificando nel giro di un anno o poco meno la possibilità di riaprire come negli anni storici, quando la discoteca era un punto di riferimento per il divertimento giovanile e non solo. Questo se, e me lo auguro, avremo tutte le autorizzazioni necessarie, che ovviamente abbiamo richiesto e presentato in modo corretto e tempestivo«. E ancora: «Quindi con la concomitanza della festa a Varallo dell’Alpàa, per dare un messaggio al territorio, inizieremo il prossimo 9 luglio… Poi organizzeremo delle serate legate alle feste di fine estate o studentesche, magari tentando poi di esserci per Capodanno e quindi arrivare fino date del carnevale che tra Biellese e Valsesia rappresenta un pezzo di storia delle comunità. Verificata la positività di queste e altre date, insieme alla proprietà, sarà presa in esame l’ipotesi di un’apertura permanente che ovviamente richiede costi di manutenzione e di riqualificazione molto importanti. La famiglia proprietaria è pronta. Io ho stilato il progetto e sto lavorando in questa direzione. Valuteremo insieme questa strada, lavorando. Se esiste una domanda reale a cui dare una risposta professionale e all’insegna del divertimento e della musica, noi ci saremo».
Inevitabile il confronto con Biella, dove Regis da sempre vive e lavora. «Ho avviato diverse trattative commerciali, negli anni, per provare a riaprire discoteche o locali da ballo storici, che hanno segnato la vita di tante generazioni di ragazzi e di ragazze – ribadisce -. Ma sui soldi si è sempre arenato tutto, fino troppo presto. Purtroppo. Cosa che non sta avvenendo a Varallo. Qui, senza fare salti nel buio, proviamo a riaprire un’attività importante».
Paolo La Bua

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5 Commenti

1 Commento

  1. Alberto

    28 Giugno 2022 at 16:27

    Caro Sig. Regis a Biella servono strutture che diano lavoro, non locali attira ubriaconi e signorine poco vestite, venga ad aprire anche solo un negozio di scarpe e sarà il benvenuto.

    • Guido

      28 Giugno 2022 at 20:32

      Smettila di sparare cazzate…..o sei gay o sei un bigotto fuori dal mondo……perché a Biella i ragazzi devono fare 100 km per andare in discoteca rischiando la vita??? Perché a Biella esistono dei PIRLA che la pensano come te.

    • Michael

      28 Giugno 2022 at 21:43

      Già peccato i giovani biellesi devono lavorare figa, ho già pensate solo quello , in più sempre idee da cervelli chiusi ottusi . Pensate che la discoteca non porta lavoro come baristi e tanto altro prima di scrivere cazzate dietro una tastiera ragionate figaaa

  2. Andrea Sella

    28 Giugno 2022 at 19:17

    Eh già. Perché aprire un locale che impieghi 25 o 30 persone tra camerieri, addetti, comprese le “donne poco vestite” che magari ballano e sono assunte regolarmente non è portare lavoro? Un negozio di scarpe al massimo occupa 4 persone in media. Una discoteca almeno 15/20.
    È proprio vero che non fa critica…

  3. Carlo Alberto

    28 Giugno 2022 at 20:46

    Dalla risposta del sig.Alberto se evince che Biella è un Paesone di pensionati..😅

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