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Questa sera l’attesissimo processo del Babi
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Questa sera l’attesissimo processo del Babi
Ritorna anche quest’anno l’attesissimo appuntamento con il processo del Babi, atto conclusivo del carnevale cittadino. Lo spettacolo andrà in scena martedì 5 marzo a partire dalle ore 21 presso il Teatro Sociale Villani.
Al centro dell’attenzione ci saranno, tra gli altri, la nuova funicolare, il forno crematorio, la decadenza economica del centro cittadino e le imminenti elezioni politiche. «Il processo del Babi ha avuto inizio nel lontano 1926 ed è un avvenimento unico nel panorama dei carnevali italiani – commenta il regista ed autore dei testi Beppe Pellitteri – Nel corso degli anni ha subito una lunga interruzione, prima di essere ripreso ufficialmente nel 1982. L’obiettivo è quello di far emergere dal contrasto tra il Gipin, maschera rappresentativa del capoluogo laniero e l’anti-maschera per eccellenza, il Babi, vizi e virtù della città di Biella e dei suoi abitanti, con grande ironia ed irriverenza».
Anche per questa edizione non è prevista alcuna esclusione di colpi. «Il Babi mette a processo il potere economico e politico. Come al solito non mancherà quindi una sana riflessione sulle problematiche del nostro territorio – continua Pellitteri – Dal forno crematorio alla tematica della mobilità biellese, che passa inevitabilmente dall’ascensore inclinato, per arrivare alla decadenza del centro storico cittadino e alle prossime votazioni politiche. Queste sono solamente alcune delle tematiche che verranno affrontate martedì sera nel corso dello spettacolo.
«Credo che Biella abbia perso la sua identità – conclude il regista – In passato era sinonimo di fabbrica ed intorno a quest’ultima si snodava e scorreva la vita. Venuto meno il punto di riferimento, la città si ritrova alla ricerca, senza successo, di una nuova identità. Questo fa di lei un territorio triste e malinconico».
Al termine della rappresentazione i presenti sono invitati a trasferirsi in piazza Colonnetti per prendere parte al caratteristico rogo del rospo vercellese, vittima predestinata del processo, colpevole di aver messo in luce tutte le debolezze della città.
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