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Quando il povero Augusto lavorava alla “Lucciola”

Sale & pepe, la rubrica di Luigi Apicella

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Il mio amico Augusto, il mio ricordo personale di un uomo che ha segnato la mia gioventù e poi anche l’inizio della mia attività lavorativa a Biella. Dopo lo speciale che la RAI ha dedicato proprio al caso di Augusto Festa Bianchet su TGR Piemonte volevo condividere con voi un po’ di pensieri in ordine sparso su di lui, su chi fosse prima della sua scelta – estrema ma libera – di vivere per strada alla giornata.

Tutti lo ricordano, sino all’ultimo periodo, seduto sotto i portici di piazza Vittorio Veneto, con la sua “postazione” a ridosso delle vetrine della ex Standa ma quando lo conobbi ad Ivrea Augusto aveva 21 anni e lavorava presso il ristorante di mia zia. Io ero poco più di un ragazzino e durante quell’estate per me indimenticabile ricordo la pazienza che ci metteva nel cercare di insegnarmi i primi rudimenti di un mestiere che sarebbe diventato la mia vita.

A Biella, nel marzo del 1978, quando inaugurai il mio attuale locale in piazza San Paolo, Augusto venne a trovarmi per l’apertura, felice di quel “salto” che ero riuscito a fare nel mettermi in proprio. Rimase a lavorare con me per qualche tempo (mi aiutò soprattutto per l’inserimento nei menù di piatti tipici piemontesi) e di quegli anni ricordo soprattutto le nostre chiacchierate notturne quando, al termine della settimana lavorativa, lo accompagnavo da Biella a Quarona per poi tornare a riprenderlo all’inizio della settimana successiva.

Diventò ben presto uno di famiglia e, nel frattempo, conobbe una ragazza originaria del mio paese che era “salita” dal Sud ad Ivrea per fare la baby sitter ai figli di mia zia. Augusto aveva dei progetti di vita e di lavoro che voleva realizzare sempre nell’ambito/indotto della ristorazione (penso all’allevamento di tacchini che aveva messo in piedi) ma poi qualcosa mutò in lui nel modo che aveva di affrontare le difficoltà che la vita talvolta ci mette di fronte.

Rinunciò alla sua intraprendenza, si chiuse in se stesso: cercai di capire, di offrigli supporto morale ed economico ma lui, e lo ricordo ancora come fosse ieri – mi disse una frase un po’ sibillina: “Luigi devo staccare la spina in modo da cancellare ogni cosa, così nessuno potrà chiedermi più nulla…” Alcuni investimenti, scelte personali, non erano andati nel verso giusto, alcuni rapporti familiari si erano guastati, e la sua sensibilità evidentemente non ha retto.

La sua scelta di vivere per strada è stata una scelta sua, di libertà: quante volte gli ho ripetuto davanti alla ex Standa, di mettere fine a quella scelta, di tornare indietro che tutto si sarebbe sistemato. Ma niente da fare. Quando è venuto a mancare nel modo tragico che tutti conosciamo ho pensato tante volte a lui, a come sarebbe potuta andare se solo ci avesse ripensato. A tutti quelli che lo hanno giudicato sommariamente, dico che la vita a volte presenta conti troppo salati, a volte ingiusti.

Augusto era una persona sensibile e avrebbe meritato una vita diversa, fatta di rispetto perché la cattiveria non era nelle sue corde. Ma a volte basta un attimo, un soffio, per scombussolare tutto. A lui oggi dico ancora una volta grazie per quella prima estate avventurosa che passammo ad Ivrea e per quel tratto di vita che abbiamo fatto insieme, entrambi con i nostri sogni da realizzare. Ciao Augusto…

Luigi Apicella

biella

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2 Commenti

1 Commento

  1. Fausto Giorda

    1 Settembre 2023 at 13:27

    ignoravo questa inedita parte di vita di Augusto e mi ha fatto piacere e commizione poterla leggere. grazie, signor Apicella.

    • Sciascia Donato

      1 Settembre 2023 at 16:48

      bravissima persona,non meritava quella brutta fine.

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