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Non c’è “pietas” neanche davanti alla morte: critiche a Davide Zappalà

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La scorsa settimana si sono svolti i funerali di Maria Amodeo, 80 anni, biellese, deceduta improvvisamente domenica 15 ad Albenga. La notizia del grave lutto non ha fermato il nascere di basse insinuazioni legate al fatto che il servizio funebre della signora Amodeo – madre dell’assessore Davide Zappalà, responsabile anche dei cimiteri cittadini – sia stato svolto dall’impresa funebre Ravetti, tristemente nota per i collegamenti con il forno crematorio degli orrori. E’ stata dunque opportuna – è questa la sostanza della critica – da parte dell’assessore la scelta di un’impresa funebre sotto la lente d’ingrandimento della cronaca?

La risposta del diretto interessato, ovvero l’assessore Zappalà, è ovviamente indignata. Nonostante il grave lutto l’esponente della giunta cittadina ha comunque la pazienza di rispondere. «Innanzitutto – afferma – voglio premettere che il funerale è stato organizzato da mio padre che da molti anni risiedeva con mia madre ad Albenga e che la scelta è stata fatta anche con l’interessamento del fratello di mia madre, residente a Milano. Dunque non conosco quali siano state le motivazioni della scelta dell’impresa funebre, nè se mio padre fosse a conoscenza dello scandalo del forno crematorio di Biella. Immagino, molto più semplicemente, che abbia chiesto alcuni preventivi ad agenzie trovate su internet, come fanno e farebbero tutti».

L’assessore conclude: «Non ho comunque intenzione di disturbare mio padre per indagare sulle motivazioni della scelta stessa giacché questi soggetti e le loro volgari insinuazioni da basso impero non meritano il mio tempo. Mi separano da loro 3000 anni di cultura etica. Già giovanissimo studente, leggendo l’Iliade ho imparato la forza e la grandezza del sentimento della “pietas”. Achille restituendo a Priamo il corpo del figlio Ettore mi ha insegnato che ci sono campi in cui le speculazioni e gli interessi personali non devono entrare. Io mi tengo la grandezza della nostra civiltà. A loro le miserie, come si addice agli sciacalli».

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