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Nessuno scommette sul futuro del Biellese

Pausa caffè, la rubrica di Giorgio Pezzana

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BIELLA – Stiamo facendo titoloni sulla riapertura dello stabilimento della Coca-Cola a Gaglianico, lungo la strada Trossi. Ed è certamente una buona notizia, soprattutto pensando ai 100 posti di lavoro che, si spera, il riavvio di questa attività potrà fornire al territorio. Ma c’è una realtà assai meno piacevole, che i giornali preferiscono ignorare e che scaturisce da un semplice ragionamento, che non porta però a buone conclusioni. Il mercato immobiliare nel Biellese, in ogni angolo, è tra i più depressi d’Italia.

Qui ormai è possibile acquistare villette e appartamenti di pregio con cifre non troppo distanti da quelle che si spendono a Milano per un garage in centro. E nonostante questo, quello degli immobili è un mercato fermo. In una ventina di anni la provincia ha perso oltre 30mila abitanti. I vecchi muoiono lasciando case vuote, soprattutto nei paesi. E i loro figli tentano inutilmente di venderle anzi, spesso di svenderle, senza successo, per anni. Ciò significa che neppure con immobili poco più che regalati il Biellese riesce a essere appetibile.

E non tanto per l’acquisizione di case per le vacanze su per le valli, che rappresenterebbero, comunque, un bene voluttuario, a cavallo tra turismo e tempo libero. Ma anche e soprattutto per quegli immobili che potrebbero invece divenire residenze fisse. Residenze per chi nel Biellese potrebbe scegliere di venirci a vivere e lavorare. Non ci viene nessuno e interi rioni, come il “Quartiere degli affari” nel centro del capoluogo, stanno assumendo, ormai da anni, un aspetto sempre più desolante. Ma se non ci viene nessuno non significa che Biella ed il Biellese siano paesaggisticamente sgradevoli, significa purtroppo qualcosa di peggio e cioè che sul futuro di questo territorio nessuno è disposto a scommetterci un euro. E tutto ciò accade nel silenzio assoluto, mentre continuiamo ad autocelebrarci con ridondanti mostre sulla lana, che non riescono più ad attrarre neppure i biellesi. Come quei pugili suonati che mostrano a loro stessi i muscoli davanti allo specchio, per convincersi di essere ancora dei campioni.

Giorgio Pezzana

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