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Milano-Biella, viaggio da incubo

Ennesima odissea con Trenitalia: domenica scorsa di nuovo disagi e disservizi

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"Treni Biella-Milano? Passino da Arona"

Milano-Biella, viaggio da incubo. Quattro ore di viaggio per percorrere i 100 chilometri che separano Milano da Biella.

Un’odissea che si ripete sui binari e che domenica 5 gennaio, ha avuto per protagonista Ilaria Foscale. Biellese alle prese con un itinerario che si è trasformato in un incubo. «Ero alla stazione di Milano Centrale e avevo acquistato un biglietto per Santhià con partenza alle 17.15 – racconta -. Avendo le stampelle per via di un piede rotto volevo evitare coincidenze rischiose a Novara per Biella. Avevo quindi chiesto a mia sorella di venirmi a prendere in auto. Secondo i piani, sarei arrivata a Santhià alle 18.18».

Milano-Biella, viaggio da incubo

Ma i piani, su quel treno, sono saltati fin dall’inizio. «Siamo partiti già con cinque minuti di ritardo da Milano e il convoglio era pienissimo. C’era gente in piedi tra i sedili. Fortunatamente, vedendomi con le stampelle, un signore mi ha ceduto il suo posto. Dopo una fermata regolare a Novara, però, scoppia il caos. Il treno riparte, ma si ferma a Borgo Vercelli. Io ero seduta nei vagoni di coda e pensavo fossimo in mezzo al nulla. Solo più tardi ho capito che eravamo alla stazione. Nessuna comunicazione, non una voce all’altoparlante. Siamo rimasti lì per 50 minuti senza sapere nulla. Finalmente, un controllore, passando di fretta, ci ha detto che c’era stato un guasto al mezzo davanti al nostro e non aveva idea di quanto avremmo dovuto aspettare».

Nel frattempo, ai passeggeri arriva una mail da Trenitalia che conferma i problemi. Ritardo superiore all’ora e, per chi vuole, una sconcertante “possibilità di rinunciare al viaggio”. «Non sapendo cosa fare, io e altri abbiamo deciso di aspettare, nella speranza che il treno ripartisse o arrivasse un mezzo sostitutivo. A un certo punto, non so se dietro richiesta di un controllore o per passaparola, vediamo che stavano facendo scendere tutti. Così, attraversando altri tre o quattro vagoni, siamo scesi alla stazione di Borgo Vercelli».

Qui la situazione si complica ulteriormente. «Eravamo al binario 1 e abbiamo preso il sottopassaggio. Il treno era pienissimo quindi anche qui si è creata la calca. Le persone si dirigevano verso il binario 2, forse per aspettare un altro treno. Ma essendo rimasta in fondo non ho avuto modo di capire se il convoglio sarebbe davvero arrivato. Sono rimasta bloccata nel sottopassaggio per altri 40 minuti circa. Nessuno del personale di Trenitalia mi ha chiesto se avessi bisogno di aiuto con le stampelle. Mi hanno dato una mano solo alcuni passeggeri gentili».

La conclusione

Il calvario si conclude con una telefonata alla sorella, che nel frattempo era arrivata a Santhià e più tardi, dopo un altro viaggio in auto, a Borgo Vercelli. «Siamo tornate a Biella alle 21. Quattro ore per un tragitto che dovrebbe durarne meno di due. Secondo la mail di Trenitalia c’è la possibilità di richiedere il rimborso del 25% del biglietto per ritardi tra i 60 e i 119 minuti e del 50% per quelli superiori ai 120 minuti. Ma la mia fiducia è scarsa: mesi fa mi era stato cancellato un treno, avevo fatto richiesta per riavere i soldi ma non sono mai arrivati. Questa volta evito di perdere tempo».
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