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Medicina di Genere: stato dell’arte nell’Azienda Sanitaria di Biella

Un’occasione di confronto e sensibilizzazione sull’approccio di genere

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Responsabile scientifico è stata la dott.ssa Patrizia Tempia Valenta, Referente Aziendale Medicina di Genere (MDG) dell’ASL di Biella e Responsabile S.S. Psicologia Clinica Ospedaliera in ASL Biella insieme alla dott.ssa Maria Ruggieri, Responsabile S.S. Medicina del Lavoro in ASL Biella.

Obiettivo dell’incontro è stato quello di fornire un quadro generale dello stato dell’arte della Medicina di Genere nella ricerca e nella pratica medica, con un’attenzione agli aspetti psico-sociali, culturali e politici, con particolare riferimento all’ASL BI. In Italia la prima normativa che ha disciplinato l’applicazione della MDG nel Servizio Sanitario Nazionale è la legge 3/2018 e da allora l’interesse verso questo settore è in continua crescita. Il convegno ha visto la partecipazione della dott.ssa Elena Ortona, Direttore del Centro di riferimento per la Medicina di Genere dell’ISS e all’apertura era presente la dott.ssa Eva Anselmo, Direttore Sanitario ASLBI.

L’incontro è cominciato con un’analisi dello sviluppo della disciplina in Italia per proseguire articolandosi su tre sessioni, ognuna delle quali focalizzata su un aspetto particolare della Medicina di Genere.

La prima sessione, intitolata “Linguaggio e Inclusione” ha approfondito il concetto di pari opportunità e analizzato le differenze tra generi. Il secondo momento dal titolo “Salute mentale e genere” ha riguardato la prospettiva di genere
applicata alla cura della salute mentale. Infine nella sessione conclusiva si è parlato di “Invecchiamento e genere”, ovvero dell’applicazione della MDG alle patologie tipiche dell’anziano.

La dott.ssa Patrizia Tempia Valenta afferma come “la diversità sessuale è un concetto che impariamo fin da piccoli e scatena grandi curiosità e sappiamo tutti come tali differenze porteranno a comportamenti, desideri, giochi, interessi, educazione molto diversi delle bambine e dei bambini. Una medicina che considera queste differenze al momento della prevenzione, diagnosi e cura è una medicina più equa, giusta ed economica. Anche il modo di osservare la salute mentale cambia se si considerano le differenze di genere. I disturbi del comportamento alimentare ad esempio stanno cominciando ad interessare anche i ragazzi manifestandosi però con delle forme nuove. Bisogna quindi accogliere questa nuova prospettiva per creare dei percorsi di prevenzione e cura adeguati a rispondere ai reali bisogni.”

Il dott. Francesco Leone – Direttore del Dipartimento di Oncologia dell’ASL BI – ha sottolineato in particolare che: “donna e uomo hanno diversa accessibilità alle cure dovute al fatto che la donna assolve a molteplici funzioni che la limitano nel prestare attenzione alla sua salute. Inoltre bisogna considerare che la maggior parte dei farmaci e protocolli sono stati studiati su popolazione prevalentemente maschile, ciò significa che non abbiamo dati sufficienti sull’efficacia nel sesso femminile.”

La dott.ssa Maria Ruggieri afferma che “in riferimento al territorio biellese che risulta la seconda provincia d’Italia con il maggior numero di persone anziane è molto importante tenere a mente la differenza di genere nella terza e quarta età. Le donne ad esempio vivono più a lungo degli uomini ma vivono con patologie croniche che vanno gestite e questo può essere molto difficoltoso. A questo si aggiunge il fatto che l’invecchiamento della popolazione, sempre più longeva, fa sì che sia l’anziano a doversi prendere cura dell’anziano, con le difficoltà che ciò comporta.”

Il convegno ha visto la partecipazione del personale di tutti i principali ambiti aziendali dell’ASLBI.

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