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L’emergenza sono le società partecipate

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Cari amici, l’importante è… partecipate! Sì avete capito bene, a Biella l’antico proverbio, si pronuncia così. Perché sulle società a partecipazione pubblica come Seab, Atap, Cordar, e chi più ne ha più ne metta, non c’è Covid-19 che tenga: sembra quasi che la vera emergenza non sia quella delle tante famiglie o imprese che non ce la faranno a pagare le tariffe.

Perché l’economia sta a zero, la ripartenza sarà lunga e difficile, gli aiuti dallo Stato sono rimasti per lo più sulla carta. No, il vero interesse per la politica locale sembra piuttosto quello di chi dovrà sedere nei consigli di amministrazione in base al colore della tessera e alla logica degli equilibrismi tra partiti. Come se nulla fosse successo in questi mesi, come se chi vive nel palazzo (Oropa), fatto il compitino legato all’emergenza, potrà nuovamente dedicarsi a quello che sa fare meglio: la politica per la politica.
Peccato però che dopo un’esperienza come questa di equilibri da salvare ne restino pochi: se oggi i dati ci dicono che il Covid 19 da noi ha portato nel primo trimestre un – 24% nelle assunzioni e un -26% nelle trasformazioni dei contratti di lavoro da determinato a indeterminato di quale equilibri dovremmo parlare? Sarà mica una pandemia mondiale a farci cambiare approccio ai problemi storici di una città come Biella, dal passato glorioso, ma dal presente (e futuro) incerto. Incerto come la sua classe politica oggi a palazzo che aveva promesso di fare del cambiamento il suo marchio di… fabbrica (siamo a Biella d’altronde…).
Neanche il solito teatrino legato ai buchi nei bilanci delle partecipate, alle responsabilità di tutti e di nessuno, al colpevolizzarsi una giunta con l’altra, fa più notizia. Tutti responsabili, nessun responsabile. Ci si fa la guerra sui giornali, si urla, si strepita, ci si accusa, per poi accordarsi a tavolino, recitando ciascuno la propria parte. Fatto questo, a Biella e ai suoi cittadini non resta che una certezza su tutte: gli aumenti delle bollette inevitabili per risanare i buchi di una politica che pensa solo a se stessa. Quanta amarezza…
Ah dimenticavo una bella notizia c’è: questa amministrazione sembra aver risolto il problema degli… sbarchi (anche se non abbiamo il mare) dei “tanti” extracomunitari presenti in città. Prima del virus era questa la vera emergenza cittadina, non certo il lavoro che manca, i negozi che chiudono le serrande, i giovani che non hanno futuro. Ora di questo “cavallo di battaglia” per distogliere l’attenzione dai problemi veri, non se ne sente più parlare. Peccato non sia cambiato nulla, con tante persone ai margini che continuano a fare le stesse cose che facevano prima e a frequentare gli stessi luoghi. Per loro il “partecipate gente, partecipate” evidentemente non conta o conta poco.

Luigi Apicella

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