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Laurina Paperina e la sua ironia dipinta

«Nelle mie opere sdrammatizzo il nostro tempo e prendo in giro il mondo dell’arte»

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Laurina Paperina e la sua ironia dipinta. «Nelle mie opere sdrammatizzo il nostro tempo e prendo in giro il mondo dell’arte» L’elaborazione artistica proietta gli eroi dell’infanzia in un paesaggio apocalittico

Laurina Paperina e la sua ironia dipinta. «Nelle mie opere sdrammatizzo il nostro tempo e prendo in giro il mondo dell’arte»
L’elaborazione artistica proietta gli eroi dell’infanzia in un paesaggio apocalittico

Laurina Paperina e la sua ironia dipinta

Ha conversato con Irene Finiguerra, nella sala conferenze di palazzo Gromo Losa, di ironia, colore, pop art e del mondo dei supereroi. Il suo nome sui documenti d’identità è Laura Scottini, nata a Rovereto nel 1980, ma per gli appassionati di arte contemporanea lei è Laurina Paperina, una degli apprezzatissimi artisti contemporanei in mostra a Palazzo Gromo Losa in questi giorni.

Al telefono il tono è subito informale, si passa immediatamente al tu, e in pochi secondi La Pape – così adora farsi chiamare – ti raggiunge con un’energia e un entusiasmo travolgenti.

Conferenza sold-out

«La conferenza è stata sold-out e la mostra “Banksy, Jago,Tv-Boy e altre storie controcorrente” sta facendo bei numeri – esordisce – Ne sono molto felice. È bello sapere che la gente apprezza ciò che fai. L’arte contemporanea ha bisogno di coinvolgere soprattutto le nuove generazioni attraverso un linguaggio facilmente comprensibile e messaggi immediati, non troppo concettualizzati. È un mondo che corre veloce».

Come è iniziato il percorso artistico?

Il mio è stato un percorso molto tradizionale dal punto di vista formale. Avendo sempre disegnato mi è sembrato naturale frequentare l’Istituto d’arte di Rovereto dopo le scuole medie. A 15 anni scopro la personaltà di Keith Haring e Basquiat e decido che cosa voglio fare da grande, senza se e senza ma: l’artista. L’Accademia di Belle Arti di Verona dopo il diploma è una scelta ovvia. Alla mia formazione classica ho però sempre accostato un lavoro di studio molto personale, alla ricerca di una mia vena creativa unica.

Nata con la matita in mano

Quindi è nata con la matita in mano?

Ricordo di aver sempre disegnato fin da piccolina. Sono una disegnatrice diventata pittrice. Tracciare linee sui fogli era la mia valvola di sfogo preferenziale, quando non ero nei campi a correre dietro a un pallone. Ho avuto un’infanzia molto felice. Se pur supervisionata dai nonni, vivevo molti momenti di condivisione all’aria aperta con i bambini della mia età. Sembra passato un secolo da allora, se pensiamo alle giornate trascorse con lo smartphone perennemente tra le mani e il capo chino sullo schermo delle nuove generazioni. In realtà è solo una manciata di anni fa.

Laurina Paperina

Da dove nasce lo pseudonimo Laurina Paperina?

Sono sempre stata sempre molto ironica e soprattutto autoironica nel mio utilizzo dell’arte. Frequentavo ancora l’Accademia e mi divertivo a disegnare delle caricature di me stessa. In una mi ritrassi con il corpo da papera e la testa umana. Nacque così Laurina Paperina, un nome nato per gioco ma che poi mi ha accompagnata in tutto il mio percorso artistico. Ora per tutti sono “La Pape”.

Delle tue opere, soprattutto quelle che il pubblico sta ammirando a palazzo Gromo Losa, colpisce la moltitudine dei personaggi fantastici, l’uso del colore, la miriade di dettagli. Si ha la sensazione di essere catapultati in un mondo caotico e variopinto che subito sembra fiabesco, ma che poi tanto fiabesco non è.

Tratti inquietanti

Si è vero, le mie opere viste da vicino hanno tratti inquietanti (ride). I temi trattati sono una sorta di realtà parallela al mondo in cui viviamo, popolato da falsi miti e leggende, dove eroi e anti-eroi del nostro tempo sono rivisitati in maniera ironica e a tratti dissacrante.
Utilizzo forme dinamiche e colori sgargianti che sembrano rubati a un video game dove la finzione e l’apparenza giocano simulando la realtà. È un’elaborazione che nasce sintetizzando la cultura del mondo di internet e della televisione, generando un complesso insieme di elementi che si trasformano in un apparente caos ma lasciano intravedere delle forme riconoscibili. Super Mario, Donald Duck, i Puffi, i Simpson, Winnie the Pooh, personaggi che conosciamo tutti, i nostri eroi dell’infanzia finiti in un paesaggio apocalittico come se fossero improvvisamente entrati nell’inferno di Hieronymus Bosch. Personaggi all’epocarassicuranti che ora vivono realtà inquietanti.Un po’ come succede a molti della generazione di fine millennio

Ironia dipinta

Tu stessa definisci i tuoi lavori “ironia dipinta”.

Nelle mie opere tendo a sdrammatizzare il nostro tempo, a prendere in giro il mondo dell’arte e soprattutto certa cultura accademica troppo seriosa e concettuale attraverso un tratto veloce e sintetico rubato alla tradizione dei fumetti e al grande fenomeno popolare dei cartoons americani di satira.
Nel 2007 ho iniziato una serie video intitolata “How to Kill the Artists” (Come uccidere gli artisti) in cui narro l’ipotetica morte di quelli ormai arrivati all’apice del successo e osannati dalla critica, uccisi dalle loro stesse opere. É mio personalissimo modo di rendere omaggio all’artista, mitizzato nel suo ruolo e contemporaneamente reso schiavo dalla sua stessa creazione.

Un’attenta osservatrice

Fumetti, installazioni, dipinti. La vena artistica sembra non fermarsi davanti a niente.

Sono un’attenta osservatrice del nostro tempo, una spugna che assorbe tutto quello che mi circonda e lo rigetta sotto forma di disegno, dipinto, installazione o video-animato. Attraverso il mio lavoro filtro argomenti di attualità o cronaca che reinterpreto con leggerezza, ironia ma con spirito fortemente critico, consapevole del fatto che un linguaggio diretto e senza fronzoli può arrivare a colpire chiunque. Sono figlia della televisione 30 pollici a tubo catodico, della Playstation e dei video games.

Ho poi visto nascere internet e i social network e i miei lavori dissacranti sono una realtà parallela, un universo alternativo del nostro tempo rappresentato con colori saturi, popolato da falsi miti, junk food, mutazioni genetiche, esplosioni nucleari, supereroi sfigati e animali inverosimili.

Apocalypse Now

A Biella ancora per tutto il mese di marzo e fino al 1 aprile sono esposte però due opere pittoriche.

Nella mia più recente produzione la pittura fa da padrona. La serie di grandi dipinti intitolata “Apocalypse Now” (di cui due opere sono a Biella) porta su tela le scene catastrofiche di una realtà surreale che richiama però al nostro tempo, una vera propria invasione di centinaia di creature tra il fantastico e il leggendario, rubate qua e là dal mondo del cinema, della musica e dalle riviste patinate.
La composizione formale di queste opere strizza l’occhio a quell’immaginario fantastico di Hieronymus Bosch, mentre le tematiche fanno riferimento alla Divina Commedia e a racconti immaginari popolati da mostri leggendari e personaggi rubati alla cultura popolare.

Mary Caiffa

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1 Commento

1 Commento

  1. Ardmando

    14 Marzo 2024 at 15:39

    Speriamo che la sua ironia colpisca anche le inutili e inguardabili “opere” del fin troppo sopravvalutato “maestro” Pistoletto.

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