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Lasciate i social ai soliti cretini

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Giorni caldi in quel di Biella, come non si vedevano da tempo e il merito o la colpa è sicuramente di questa nuova amministrazione che ha fatto di tutto per far emergere la propria ingombrante presenza. Sono stati 7 mesi intensi, ricchi di colpi di scena degni della peggiore soap opera brasiliana. Piccoli episodi e grandi strafalcioni che ci hanno portati alla ribalta nazionale, qualcuno ovviamente dirà che sono tutte cazzate, che bisogna pensare alle cose serie, che è solo la manovra di alcuni detrattori, atta a mettere in cattiva luce questi nostrani salvatori della città, colpevoli di essere stati troppo genuini e forse esageratamente ingenui. Però, a conti fatti, nessuno ha obbligato questi novelli Robin Hood a fare scelte discutibili di ordine pubblico, bocciando cittadinanze, per poi ripensarci, millantando una Daspo urbana mal concepita e scritta peggio, per poi fare un passo indietro, nessuno li ha obbligati a far becere dichiarazioni sul web degne di una serata alcolica nei peggiori bar di Caracas, nessuno li ha spinti a guardare immagini di dubbia moralità nel mezzo di una seduta comunale. Facendosi goffamente fotografare e giustificandosi poi in molto più imbarazzante del fatto stesso. Tutti episodi bizzarri, enfatizzati oltre misura da quella macchina del fango che ormai sono i social media, che loro stessi hanno più volte sfruttato e alimentato.
Fondamentalmente è questo il vero problema, la smania social di questa nuova classe politica, la necessità quasi obbligata di voler comunicare ogni minchiata al proprio elettorato attraverso Facebook che, in fase di campagna elettorale può contribuire a far crescere la popolarità ma se usata male si trasforma in un attimo in un’arma a doppio taglio, come ci hanno sapientemente dimostrato. Gli odiatoti e i detrattori online ormai non si contano più e noi ne sappiamo qualcosa, visti gli ultimi episodi che ci hanno costretti a rallentare il nostro goliardico “operato”.
Ma queste sono le regole del gioco e non valgono solo in un senso, così, i nostri Robin Hood si sono ritrovati in un lampo dall’altra parte della barricata, da accusatori ad accusati e forse ora stanno cominciando a capire che il web non fa sconti, non risparmia nessuno, che una battuta squallida postata su un social può amplificarsi a dismisura, diventato ancora una volta un caso nazionale.
Confidiamo che almeno questa volta abbiano imparato la lezione (ma dubitiamo), che la politica non si fa su Facebook ne con i selfie (anche se la scuola del loro Capitano insegna questo), che la politica si fa con i fatti, con le opere, con le scelte (anche impopolari) sul campo, non con i proclami e i battibecchi dal divano di casa, a quello ci pensano i cittadini e già ci bastano loro a dimostrarci che il web non ci ha resi più colti ma solo più “cretini”, con la differenza che ora lo sanno anche fuori provincia.

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