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La sfida ai tabù, convegno organizzato da Bi Young

L’evento “Saltiamo l’ostacolo”, dedicato alla salute mentale nell’ambito di “Want To Bi”, si svolgerà sabato prossimo a palazzo Gromo Losa.

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La sfida ai tabù, convegno organizzato da Bi Young. L’evento “Saltiamo l’ostacolo”, dedicato alla salute mentale nell’ambito di “Want To Bi”, si svolgerà sabato prossimo a palazzo Gromo Losa.

La sfida ai tabù, convegno organizzato da Bi Young. L’evento “Saltiamo l’ostacolo”, dedicato alla salute mentale nell’ambito di “Want To Bi”, si svolgerà sabato prossimo a palazzo Gromo Losa.

La sfida ai tabù, convegno organizzato da Bi Young

Una sfida al tabù che circonda la realtà delle malattie mentali. Bi Young, in collaborazione con Fuoriluogo e con la Cooperativa Tantintenti, presenterà sabato prossimo a palazzo Gromo Losa l’evento “Saltiamo l’ostacolo”, dedicato alla salute mentale nell’ambito di “Want To Bi”, un progetto finanziato da Fondazione Crb e sostenuto dalle associazioni locali. L’incontro, che avrà luogo in occasione del centenario dalla nascita di Franco Basaglia, si propone di sfidare proprio quel tabù attraverso un profondo scambio culturale di circa un’ora e trenta.

La Legge Basaglia

Era il 1978 quando con la Legge Basaglia si decretava la chiusura definitiva dei manicomi, a favore di istituzioni alternative che mirassero alla cura del paziente psichiatrico, piuttosto che alla sua reclusione. I manicomi, nati non tanto per la guarigione dei soggetti internati, quanto per la tutela della società esterna, erano rigide istituzioni totali che inducevano all’isolamento e alla spersonalizzazione degli individui, considerati devianti rispetto al resto della comunità. Franco Basaglia rappresentò una rivoluzione quando gli fu attribuita la direzione dell’ospedale psichiatrico triestino: l’obiettivo non era “ingabbiare” individui con problematiche per salvaguardare il fuori, ma comprendere quelle problematiche, o malattie, che avevano indotto le persone a finirne dentro, mirando comunque alla realizzazione di queste.

Il cavallo azzurro

La rivoluzione di Basaglia stava proprio in questo: i reclusi non erano più solo malati, ma persone che potevano sviluppare le loro potenzialità e crescere, stando anche a contatto con la società circostante. Nel ‘73 all’interno della struttura di Trieste fu così ideata e realizzata, nei laboratori artistici voluti dal suo direttore Basaglia, un’opera collettiva: Marco Cavallo, un equino azzurro di cartapesta alto quattro metri. Lo si volle di grandi dimensioni per contenere idealmente tutti i sogni dei ricoverati e perché, facendosi spazio nelle strade della città, si mostrasse un simbolo visivo della realtà nascosta all’interno dei manicomi. Divenne così un’icona della lotta sociale e medica a favore della legge della chiusura di queste istituzioni.  Che avvenne, ma nell’ambito della salute mentale sono ancora tanti i tabù nella società.

Partendo dalla nascita di Franco Basaglia, l’evento organizzato a palazzo Gromo Losa sabato 6 aprile alle 11, presenterà un dialogo tra il dottor Dario Blanco dell’Asl di Biella e il dottor Paolo Francesco Peloso, basato sul libro di quest’ultimo, “Franco Basaglia, un profilo – dalla critica dell’istituzione psichiatrica alla critica della società”, per poi aprire il dibattito al pubblico, offrendo un momento aperto alle domande e alla condivisione di esperienze.

Parlare liberamente

L’obiettivo è quello di parlare liberamente di una problematica che colpisce sempre più giovani: il confronto ha il fine di abbattere quelle difficoltà che esistono ancora oggi e che stanno nella comprensione e nell’accettazione, partendo da una figura rivoluzionaria della psichiatria.
A promuovere l’evento e coinvolgere i giovani biellesi il cavallo di legno azzurro (costruito per simboleggiare Marco Cavallo) che ha girato e sta girando nelle scuole della città e ha raccolto, nella sua pancia adibita a box, il materiale per il dialogo sulla salute psicologica: tra i temi inseriti, alcuni fanno riferimento alla pressione sociale, altri alle difficoltà di chiedere aiuto tra le mura domestiche.

«In questa giornata di sensibilizzazione il focus vuole essere sui giovani liceali e universitari. Dopo il Covid parlare di salute mentale è ancora più importante e occorre normalizzarla – sostiene Antonio Camurati, presidente dell’associazione BI Young -. Questo avviene già a scuola, più di rado a casa: per gli adulti, non è sempre facile accettare che un figlio abbia bisogno di supporto psicologico. Il 6 aprile a Palazzo Gromo Losa vogliamo offrire uno spazio libero ai giovani per poterne parlare».
Alessia Fazzari

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