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La Casa per l’autismo di Candelo, una luce di speranza

Un articolo di Vittorio Barazzotto

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Tanti soldi, poca sanità

Nel Biellese sono 146 i giovanissimi, di età compresa tra i 2 e i 18 anni, certificati dalla neuropsichiatria come autistici. L’autismo è un disturbo che compromette la capacità di comunicare e di socializzare e che si manifesta generalmente nei primi anni di vita.

A Candelo è attiva “La casa per l’Autismo”, coordinata dalla Domus Laetitiae e nata dalla collaborazione con l’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti autistici)  di Biella presieduta da Daniela Oioli, che promuove progetti individualizzati e condivisi con le scuole. Oggi nel centro lavorano 14 operatori che seguono 80 ragazzi, dai 2 ai 30 anni circa.

I ragazzi più grandi sono incentivati ad aiutare i più piccoli, proprio per educarli allo sviluppo della propria autonomia. Il valore aggiunto della casa per l’autismo è la capacità di aver creato un sistema virtuoso con il mondo scolastico: sono 60 gli insegnanti, più baby sitter ed animatori, che partecipano ai corsi di formazione. Il risultato è quello di aver migliorato sensibilmente la capacità di assistenza agli autistici da parte della scuola, grazie alla presenza di insegnanti sempre più preparati e professionali. Tra i progetti del centro è previsto anche il sostegno psicologico ai familiari ed ai fratelli.

Il problema è ancora la società. Dopo i 18 anni gli autistici entrano in una sorta di limbo, troppo grandi per la scuola e ancora impreparati per affrontare la vita con autonomia. La prova di questa mancanza è la loro scarsissima partecipazione al mondo del lavoro, infatti solo il 4% di questi ha un’occupazione.

Il lavoro da fare è ancora tanto, certo è che la casa per l’autismo rappresenta per il Biellese e per tutte le famiglie coinvolte da questa disabilità una luce di speranza per dare voce a chi non riesce ad esprimersi con le parole.
Vittorio Barazzotto

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