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Evviva, siamo “green”. Ma attenzione ai conquistadores

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BIELLA – E così, secondo una classifica annuale de Il Sole24Ore, Biella è tra le prime dieci città italiane più “verdi”, cioè con un sistema ambientale più sostenibile secondo una media di parametri che tengono in considerazione la qualità di ambiente, aria, acqua, mobilità e rifiuti (il cosiddetto ecosistema urbano). E’ un lusinghiero risultato, considerando anche che in un solo anno il capoluogo laniero ha scalato ben dieci posizioni.

Ad impedire a Biella un posizionamento ancor più ambizioso è principalmente l’offerta di trasporto pubblico (siamo 94esimi su 104 province) mentre a sollevarne le sorti è anche un’ottima capacità di differenziazione dei rifiuti (siamo 11esimi). I biellesi, almeno in ambito provinciale, non amano il trasporto pubblico preferendo in modo evidente l’uso delle auto private (ve ne sono 77 per ogni 100 abitanti). Del resto, i diversi tentativi avviati già in anni passati per incoraggiare i biellesi all’uso dei bus di linea, sono sempre malamente naufragati e quando un servizio potrebbe avere riscontri più interessanti, come nel caso della funicolare (ops… dell’ascensore), intervengono guai tecnici a scoraggiare anche i meglio intenzionati.

Un ottimo risultato in una graduatoria che misura il nostro rapporto con l’ambiente è, di questi tempi, un indicatore prezioso oltre che un indice di civiltà rassicurante. Ma c’è sempre chi pensa di… ravvedersi, come rivela un’altra notizia di questi giorni: quella che ci ha riportato un fatto accaduto a Roasio (ai confini con la provincia biellese) ove un lupo sarebbe entrato nel giardino di un’abitazione per aggredire un capriolo. «Questo, se da un lato ci dice che la natura si sta riprendendo i suoi spazi, dall’altro ci fa capire che noi umani stiamo “perdendo terreno”» è stato il commento di qualcuno, con una logica da conquistadores.

Rispetto a come abbiamo trattato la natura, soprattutto in anni passati, di terreno ne dovremo perdere a ettari per sperare in un modesto riequilibrio di situazioni ambientalmente molto compromesse. Quindi, non ci rallegrino troppo i dati statistici del Sole24Ore, che pure fanno piacere. E rimanga desta l’attenzione nei confronti di chi fa fatica a capire che di questo pianeta siamo ospiti, spesso indesiderati e non padroni.

Giorgio Pezzana

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