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Di cordoli, di ruspe e selfie: sveliamo i fantozziani retroscena delle “famigerate foto”

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C’era una volta un cordolo, residuo di una pista ciclabile in via Rosselli, un blocco di cemento a detta di molti inutile e pericoloso. Egli se ne stava lì, fastidioso e fastidiato, in attesa della sua esecuzione e un giorno, quasi per volere di-vino, questa arrivò. A testimonianza del sommo lavoro svolto, approdarono in rete una serie di foto che tanto fecero discutere. Ma come nacque davvero l’idea di quegli scatti e quali furono i fantozziani retroscena? Ve lo raccontiamo noi, dando voce alle ormai “famigerate foto”.
Tutto accadde più o meno così: Assessore sali sulla ruspa. Ma cosa fa mi dà del tu? No, dicevo sali lei? Ah al congiuntivo. Ovvio, lei ruspi mentre io scatto, dica “bacioni”. Click. Ora tocca a lei, salghi e finga di lavorare. Ma… un momento, io non so come si fa, non l’ho mai fatto. Cosa, fingere? No, quello sono bravissimo a farlo, intendo lavorare. Glielo spiego io, una volta l’ho letto in un libro. In un libro? Di quelli veri che si trovano in libreria? Sì, me l’ha prestato uno del partito. Chi è partito? Nessuno. Nessuno gliel’ha prestato? No, il partito. Ma poi è tornato? Chi? Il partito. Non lo so, ma se torna lo rispediamo a casa sua. Giusto, ma ora cosa faccio, uso la pala? Vadi, la agiti sul cordolo come fosse antani e io scatto. Lo colpisco? Devo dire qualcosa? Alzi la pala e urli “e allora il Piddì?” Ecco fatto, ha scattato? Certo è già sui social. Ma la gente la vedrà? Speriamo, però nel dubbio mi hanno detto che in centro stanno inaugurando delle panchine nuove, prendi la sua roba assessore, di corsa prima che inizino senza di noi. Giusto, altri selfie ci aspettano e la giornata è ancora lunga. Assessore, ma ha mai pensato se dovessero chiudere Facebook? Non voglio nemmeno immaginarlo, ci toccherebbe bloccare tutto. Ma soprattutto ci toccherebbe trovarci un vero lavorooo.

E questa è la storia di un cordolo che non doveva esistere e di una serie di foto che volevamo vedere. Alla prossima puntata, che sicuramente ci sarà perché finché c’è social c’è speranza, almeno per loro!

La Biella che piaceVa

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