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Covid, firmata l’ordinanza sulle mascherine in ospedale in vista della scadenza del 30 aprile

Negli ambulatori e studi medici la decisione resta alla discrezione dei titolari

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Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha firmato l’ordinanza che modifica le regole sull’uso delle mascherine in ospedale, limitando notevolmente, fino quasi a eliminarla, l’obbligatorietà, che resta solo nelle situazioni in cui si trovano i pazienti più fragili. Come era stato ampiamente annunciato in vista della scadenza dell’obbligo, fissato per il 30 aprile, il governo si è attenuto a una linea di buon senso, tenendo conto sia dei dati sui contagi, sia dei rischi che ancora possono configurarsi per alcune tipologie di pazienti. L’ordinanza sarà valida fino al 31 dicembre 2023.

Il ministro: “Finalmente usciamo dalla pandemia”
“Ho firmato oggi l’ordinanza che limita l’obbligatorietà delle mascherine negli ospedali ai reparti a maggior intensità di cura e con i pazienti più fragili oltre alle Rsa. Questo testimonia che finalmente stiamo uscendo da questa terribile pandemia che ha limitato le nostre vite negli ultimi tre anni e confido molto che il prossimo 20 maggio anche l’Oms dichiari la fine della pandemia. Guardiamo con ottimismo al futuro, ma siamo pronti in caso di nuove emergenze a intervenire tempestivamente per continuare a salvaguardare la salute pubblica e i nostri cittadini” ha dichiarato il ministro della Salute in una nota.

L’obbligo nelle Rsa e nei reparti con pazienti fragili
L’articolo 1 stabilisce che “è fatto obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori delle strutture sanitarie all’interno dei reparti che ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi, specialmente se ad alta intensità di cura, identificati dalle direzioni Sanitarie delle strutture sanitarie stesse”. L’obbligo, prosegue l’ordinanza, “è esteso ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti”.

Negli altri reparti 
Negli altri reparti e nelle sale d’attesa “la decisione sull’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie da parte di operatori sanitari e visitatori resta alla discrezione delle direzioni sanitarie, che possono disporne l’uso anche per tutti coloro che presentino sintomatologia respiratoria. Non sono previste analoghe misure per quanto riguarda i connettivi e gli spazi ospedalieri comunque siti al di fuori dei reparti di degenza”, si legge nell’articolo 3 del documento. Questo vuol dire che non è obbligatorio il dispositivo di protezione all’interno degli ospedali nei percorsi, sui pianerottoli, negli spazi di attesa degli ascensori, nei bar e nelle mense.

Negli ambulatori e studi medici
“Per quanto riguarda gli ambulatori medici, la decisione sull’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie resta alla discrezione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta” prosegue l’ordinanza.

L’obbligo viene meno per i bambini di età inferiore ai 6 anni, per le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina stessa, nonché per le persone che devono comunicare con una persona con disabilità in modo da non poter fare uso del dispositivo.

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