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Buoni spesa dall’estetista… Che disgusto per queste iniziative in un simile momento

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Gentili lettori, ecco le riflessioni della titolare di un Centro Estetico al tredicesimo giorno di stop forzato della sua attività.
In questi giorni di vero isolamento mi capita spesso di imbattermi in post sui social di varie attività commerciali che, per tamponare la chiusura imposta dal Governo, si sono studiate un modo alternativo per continuare a stare vicino ai propri clienti proponendo, ad esempio, la spedizione a casa di determinati prodotti.
Pur condividendo un tale approccio prositivo, a malincuore mi trovo a constatare che altre attività come la mia, prevedendo un contatto diretto con e sulle persone, non possono godere di un piano B.
Parliamo, dunque, del mio settore: l’estetica. Purtroppo, mi trovo a leggere con disgusto e amarezza post sui social di colleghe che pubblicizzano la vendita eccezionale di voucher, o buoni regalo, o buoni massaggio, o buoni sempre validi, o buoni “viregaloX€” volti a ingolosire le clienti stese sul divano di casa con offerte irripetibili a porte chiuse.
In un momento in cui da Bergamo ci giungono le sconvolgenti immagini dei camion dell’Esercito trasportare bare fuori regione perché il forno crematorio della città non basta più; in un momento in cui i bollettini della Protezione Civile e i numeri in essi aggiornati non sono numeri bensì equivalgono allo spropositato numero di decessi ovunque; in un momento in cui quando un proprio congiunto se ne va e non può neppure essere compianto; in un momento in cui non si ha certezza alcuna di stipendi per nessuno o ammortizzatori sociali, credo che per una famiglia ci sia ben altro a cui pensare, anziché un buono spesa per trattamenti dall’estetista, e parlo da estetista.
Credo che sia un gesto di rispetto nei confronti della clientela evitare di spingere la vendita di servizi secondari, fruibili non si sa bene quando, sottraendo così risorse alle famiglie.
Affitti, bollette, RID, impegni pregressi tolgono letteralmente il sonno a tutte noi, però sappiamo benissimo, o almeno ce lo auguriamo, che alla riapertura le agende si riempiranno per tutte.
Per i suddetti motivi trovo che questo atteggiamento sia eticamente scorretto nei confronti dei clienti e poco professionale nei riguardi delle colleghe. Posso capire che ognuno guardi al proprio orticello, ma la guerra tra poveri la combattono solo due categorie: i disperati e gli ignoranti.

Silvia Serralunga 

Drusilla La Bioestetica (Biella)

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