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A Biella il film “E noi zitti? Graffiti sparsi sulle Pettinature”

Appuntamento martedì 19 novembre all’oratorio di San Paolo.

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A Biella il film “E noi zitti? Graffiti sparsi sulle Pettinature”

A Biella il film “E noi zitti? Graffiti sparsi sulle Pettinature”

l filmato “E noi zitti? graffiti sparsi sulle Pettinature Rivetti di Biella” sarà presentato Martedì 19 dicembre 2024 alle 21 presso il Salone Oratorio della Parrocchia di San Paolo a Biella (ingresso libero)
alla presenza degli autori: Luigi SpinaGiorgio ClericiNicoletta FeroletoMaurizio PellegriniEnrico StrobinoAntonio CanevaroloFederico Trombini

L’iniziativa

La Parrocchia di San Paolo organizza questa serata per presentare il film, la cui ispirazione viene dal grande fabbricato di Via Carso, dismesso ormai da un trentennio, che delimita il quartiere a est e accoglie chi entra in città da sud. I graffiti che ora ricoprono zone del grande muraglione sono solo una parte della storia recente. Il grande edificio, progettato dall’architetto Giuseppe Pagano nel 1939, si inseriva con una concezione architettonica di avanguardia nel tessuto industriale cittadino che vedeva nelle industrie Rivetti una delle punte di diamante dello sviluppo del distretto industriale che aveva fatto di Biella e del Biellese un centro mondiale nella lavorazione tessile e della lana in particolare. Attorno a quegli edifici, che dalla Via Repubblica, lambendo i margini della città scendevano sino alla Stazione della Biella-Novara è sorta un pezzo della città nuova che si è concretizzato nello sviluppo del quartiere San Paolo. Un rapporto stretto e indissolubile tra la fabbrica e il territorio che ha alimentato il mito della fabbrica e del lavoro sicuro come motore di un benessere sociale diffuso. Giuseppe Pagano anticipò con i suoi progetti l’esigenza di una architettura a misura d’uomo e a servizio del territorio. Una visione espressa in tanti articoli e prese di posizione che furono anche tra le cause della sua incarcerazione per attività sovversiva: la sua vita finirà nel lager di Mauthausen a pochi giorni dalla fine della seconda guerra mondiale. La sua concezione di un’architettura morale ha anticipato l’era olivettiana nel rapporto stretto fabbrica/territorio/lavoratori. I tanti tasselli che compongono il mosaico del filmato raccontano una storia vissuta da un territorio che non va dimenticata e ci richiama ad approfondire il tema del lavoro che cambia ma che ha perso il suo valore di agente di sviluppo sociale. Un filmato destinato a chi ha vissuto quell’epoca ma soprattutto ai giovani che si interrogano sul loro futuro e su quello della città.

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1 Commento

1 Commento

  1. Alfonso

    14 Novembre 2024 at 7:07

    io, elettore di destra penso che non ci potrà mai essere nessuno sviluppo, in qualsiasi settore,con questa amministrazione di incapaci, nullafacenti e con grossi “deficit in efficienza:.

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