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Come funziona la donazione di una casa?

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Donazione casa
Donazione casa (© Depositphotos)

La donazione è un contratto che mira al trasferimento volontario della proprietà di un bene da una persona fisica o giuridica ad un’altra, senza ricevere alcun compenso in cambio. L’istituto è disciplinato dall’articolo 769 del codice civile e può riguardare qualsiasi tipo di bene, come denaro, beni immobili, titoli azionari, beni personali e molto altro.

In questo articolo ci concentreremo sulla donazione di un immobile, cercando di comprendere come conviene procedere in tal senso, precisando sin da subito che trattandosi di una casa deve essere fatta obbligatoriamente con il notaio.

Come funziona la donazione di un immobile?

La donazione è una delle modalità attraverso le quali un individuo può diventare proprietario di una abitazione. La donazione, trattandosi di un contratto, non è un atto unilaterale, pertanto è necessario che il beneficiario della donazione accetti la volontà e la proprietà del donante.

La donazione di una casa deve essere documentata mediante un atto notarile scritto, attraverso il quale vengono indicati una serie di dettagli, come la descrizione dell’immobile, l’identificazione delle parti, la stima del valore ed eventuali oneri a carico del donatario.

La donazione immobile viene effettuata in particolar modo nei rapporti familiari, per tentare di semplificare le operazioni in caso di successioni, tuttavia è possibile donare beni ed immobili anche a soggetti terzi, associazioni, fondazioni o imprese.

C’è bisogno di un notaio per una donazione di una casa?

La presenza di un notaio e di due testimoni è obbligatoria nella redazione del contratto della donazione di una casa. In quel momento viene certificato ufficialmente il trasferimento di proprietà dal donante al donatario. Questo documento deve essere poi registrato all’Agenzia delle Entrate e al Catasto.

Un passaggio fondamentale che precede la registrazione del contratto sono le verifiche preliminari sulla casa che deve effettuare il notaio per verificare al meglio il bene oggetto di donazione.

È consuetudine usare la modalità della donazione modale quando si intende donare l’immobile ma il donatario intende usufruirne fino alla morte. Nello specifico il beneficiario della donazione è titolare dell’immobile dal momento della registrazione dell’atto di donazione, ma ne prenderne pieno possesso solo alla morte del donante. Questa tipologia di atto può anche essere incrementata da clausole come ad esempio il prendersi cura del soggetto donante in caso necessità.

Perché i notai sconsigliano la donazione?

Questa è una delle domande ricercate sui principali motori di ricerca. Tuttavia, è opportuno precisare che il notaio non può sconsigliare la donazione ad un proprio cliente, tranne che lo scopo del donante sia diverso da quello vero e proprio della donazione. Trattandosi di un pubblico ufficiale al quale lo Stato affida il potere di attribuire prova legale agli atti che stipula, non può intervenire sulla volontà delle parti.

La volontà delle parti, infatti, deve essere indipendente in ogni caso e non vi deve essere alcuna forma di coercizione nello stipulare o meno il contratto di donazione di una casa, in quanto lo stesso potrebbe poi diventare impugnabile dalle parti stesse o da terzi.

Quali sono i rischi della donazione?     

Non vi sono rischi nella donazione di qualunque bene se la donazione rispetta tutti i criteri di legge e i potenziali eredi o aventi diritto. Infatti, qualora i criteri di legge vengono oltrepassati, questo può portare ad una controversia sulla proprietà donata e sulla validità del contratto, con possibile dispute legali tra le parti coinvolte.

Altro rischio è legato all’eredità. Nel caso in cui il donatore decida di donare casa a un erede potrebbe verificarsi un conflitto riguardo alla divisione del patrimonio. Per evitare rischi e sanzioni è consigliabile consultarsi con professionisti con l’Agenzia delle Successioni e non incorrere così a possibili errori derivanti ad una donazione di una casa.

Cosa succede dopo 10 anni dalla donazione?

Se è avvenuto il decesso del donante e sono decorsi 10 anni, alcuno può impugnare la donazione.

Cosa succede dopo 20 anni dalla donazione?

Il donatario rimane esposto alle azioni degli eredi o degli aventi diritto per un termine di 20 anni dalla trascrizione della donazione. La donazione, infatti, è contestabile nei 20 anni dalla sua trascrizione. Se ciò non viene fatto entro i termini citati alcuno può impugnare più la donazione.

Chi riceve una donazione deve pagare le tasse?

Chi riceve una donazione, nei più dei casi, è tenuto al pagamento dell’imposta di donazione. Sono previste delle aliquote diverse che rendono tassabili le donazioni per la parte eccedente il loro valore. Il versamento delle relative imposte avviene al momento della registrazione del contratto di donazione redatto dal notaio.

L’imposta di donazione non va pagata quando la donazione della casa è destinata a soggetti pubblici, come Stato, regioni, province o comuni. Altri casi previsti sono quando vi è una donazione ad ente pubblico, fondazione o associazione riconosciuta, ma con lo scopo esclusivo di assistenza e ricerca scientifica. Ultimo caso in cui l’imposta di donazione non è prevista è quando vi è una donazione a onlus o fondazioni bancarie.

La materia è molto vasta e per questo il suggerimento che Vi diamo è quello di consultare professionisti del settore. Agenzia delle Successioni fornisce consulenza gratuitamente. Per chiederla è sufficiente compilare il form sul sito web agenziadellesuccessioni.it

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