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Servizio Civile, quello che non ti dicono…

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“La nonna pusher colpisce ancora”, tuona il quotidiano locale di oggi. La lettura di questo episodio risveglia in me la Lou, scimmietta con papalina rossa e mutanda a pois, che, ogni tanto, tamburella il mio assonnato cervelletto, incitandolo a non cazzeggiare più e preparare qualche riga da inviare a M., il signor direttore con le All Star ai pè. Che emicrania lancinante! E proprio sui nonni scarabocchio questa sera, ma non prima di lasciar agire il santo Moment.

“La nonna pusher colpisce ancora”, tuona il quotidiano locale di oggi. La lettura di questo episodio risveglia in me la Lou, scimmietta con papalina rossa e mutanda a pois, che, ogni tanto, tamburella il mio assonnato cervelletto, incitandolo a non cazzeggiare più e preparare qualche riga da inviare a M., il signor direttore con le All Star ai pè. Che emicrania lancinante! E proprio sui nonni scarabocchio questa sera, ma non prima di lasciar agire il santo Moment.

Se ricordate la promessa fatta nel precedente articoletto, probabilmente vi starete chiedendo che ci azzeccano i giovani di cui scrivevo, con i meno giovani di cui scriverò e la risposta è celata in due parole, quattordici caratteri, sette vocali e altrettante consonanti: Servizio Civile. Da quando varcherai quella porta, tu lo sai già, non sarai più la stessa persona. Ma non sarà come te la infarinano gli altri. Perché sì, si rivelerà un’esperienza bellissima, un anno emozionante, un percorso costruttivo e blablabla. Lo sai già. Lo sanno già tutti.

Quello che non sai, però, è che sarà enormemente molto di più del tutto che ti immagini. Sarà il Marino, che vuole giocare a “Trombola” solo se, alla fine, può vincere lui il bagnoschiuma nuovo. Sarà il Delio, che ti supplica di studiare alimentazione a Zurigo proprio come fece lui in tempo di guerra, perché “una così deve conoscere le erbe medicinali per campare cent’anni”. Sarà la Gisella, che ti chiede di stenderle ancora e ancora lo smalto con le mani che hai, così “ferme e fatate”, premiandoti con caramelle gusto muffa risalenti al 500 a.C.

Sarà quel galantuomo del Silvio-che-si-chiama-come-te e i suoi sbavusciatissimi baciamano sbavusciati, che immancabilmente arrivano l’istante successivo l’esserti sciacquata la cute per la millesima volta con sapone e disinfettante. Sarà la Romilda e la sua instabile manina ossuta, che, se non fosse stretta nella tua, al mercato del giovedì, tra frutta e verdura, si perderebbe sicuramente. Sarà la Paura, la signora Paura, che se succede questa magia trascorso un mese scarso, a fine del prossimo anno sono panata d’amore come un quindicenne con l’apparecchio ai denti. Saremo più noi ad aiutare loro, o più loro ad aiutare noi? La risposta la conosci già, cara Pesca.

Silvia Serralunga

La rubrica di Silvia Serralunga viene pubblicata ogni sabato sulla Nuova Provincia di Biella, in edicola a solo 1,20 euro.

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