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Quella strage partigiana di Greggio

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Sulla spalletta del ponte sul Canale Cavour, i partigiani, agli ordini del biellese Francesco Moranino, detto Gemisto, poi condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Firenze e fatto eleggere dal Pci in Parlamento, vennero fucilati una cinquantina di militari della Repubblica Sociale Italiana

Con incredulità leggiamo, su “La Stampa” di sabato 26 aprile 2014, alla pagina 49, dei programmati festeggiamenti, a Greggio, in occasione del 25 aprile. Forse, se in Italia c’è un Comune ove sarebbe meglio non celebrare la festa, questo è proprio Greggio! Bene sarebbe ricordare ai giovani, che ignorano totalmente la Storia perché ingannati dalla propaganda a senso unico del Regìme, che nella note fra il 12 ed il 13 maggio 1945, e dunque a guerra già finita, sulla spalletta del ponte sul Canale Cavour, i partigiani, agli ordini del biellese Francesco Moranino, detto Gemisto, poi condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Firenze e fatto eleggere dal Pci in Parlamento, vennero fucilati una cinquantina di militari della Repubblica Sociale Italiana, i cui corpi finirono nel canale. Senza ragione, senza giustificazione, con orrendo spirito omicida.

Anche noi ogni anno festeggiamo, insieme a molti altri cittadini, il 25 aprile. Ci rechiamo a Greggio a dire una preghiera, ci rechiamo a Vercelli per ricordare la strage spaventosa eseguita dai partigiani all’Ospedale Psichiatrico, e ci rechiamo nel Biellese, al Bocchetto Sessera, per ricordare le centinaia di vittime della furia degli uomini di Gemisto. Chiediamo ai Presidenti dell’Anpi, senza che venga meno il significato della lotta contro il Fascismo, se non sia profondamente immorale ed indegno che nessuno spieghi ai giovani che nell’Italia del centro nord vi furono, purtroppo, centinaia di omicidi e di vere e proprie stragi. I giovani hanno il diritto di sapere. Festeggiare a Greggio senza spiegare perché fu effettuata la vergognosa ed orribile strage sul Canale Cavour è una cosa indegna.

Sandro Delmastro delle Vedove

Giancarlo Tacca

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