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“Obesity Day”: venerdì porte aperte all’ospedale
Venerdì 10 ottobre, l’Asl di Biella aderirà all’Obesity Day, giornata nazionale dedicata alla sensibilizzazione sul tema dell’obesità.
Venerdì 10 ottobre, l’Asl di Biella aderirà all’Obesity Day, giornata nazionale dedicata alla sensibilizzazione sul tema dell’obesità.
I medici Michelangelo Valenti, Marianna Guarcello, Loredana Zottis e le dietiste Paola Pagliarin, Daniela Cum, Cristiana Lanza e Chiara Torelli del Servizio Dietologia ed Igiene Nutrizionale dell’ASL BI, diretto proprio dal Dottor Valenti, saranno a disposizione dei cittadini dalle ore 9 alle ore 13, al sesto piano dell’Ospedale degli Infermi, per fornire informazioni ed offrire consulti gratuiti per la prevenzione e il trattamento dell’obesità.
Secondo i dati della Fondazione ADI – Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica, gli adulti italiani con problemi di peso rappresentano circa il 46% della popolazione, con un aumento globale del 10% delle persone in sovrappeso e obese negli ultimi 20 anni. Questo significa che un italiano su due ha problemi di peso.
«L’obesità – spiega Michelangelo Valenti – non è soltanto un problema estetico, ma è una grande minaccia per la salute di chi ne soffre, in quanto implica un maggior rischio di diabete di tipo 2, di sindrome metabolica e di molte altre complicanze. Essere obesi significa mettere a rischio anche cuore, reni, apparato circolatorio e motorio, senza considerare il netto peggioramento della qualità di ogni aspetto della propria vita».
Uno degli obiettivi dichiarati dell’Obesity Day è “invitare” a prendere atto del fatto che le responsabilità dell’aumento di questa patologia non sono da attribuire soltanto alla sfera individuale, ma specialmente a quella collettiva e politica. Un altro tema a cui questa giornata intende dare risalto è il preoccupante connubio che vede intrecciarsi la patologia dell’obesità ad una condizione di “povertà”.
L’obesità nei paesi sviluppati non interessa tutti i segmenti della popolazione nello stesso modo. Nelle società occidentali è più frequente nei quartieri degradati e tra i gruppi con minore livello di istruzione e di reddito. Il reddito e il potere di acquisto familiare influenza i comportamenti alimentari. Gli alimenti più ricchi di zuccheri e addizionati di grassi sono spesso economici, palatabili e convenienti. Negli Stati Uniti, un’alimentazione corretta è di norma più costosa e non alla portata di tutti, tanto che viene considerato un forte indicatore di rischio obesità il vivere in immobili di basso valore economico. Lo stesso fenomeno si osserva anche nei paesi che stanno attraversando un periodo di transizione: in Romania, l’obesità infantile è significativamente correlata allo stato socio-economico. Le cause di tale fenomeno sono lo stile di vita sedentario, le abitudini alimentari e il maggiore contenuto di grassi nella dieta. I bambini obesi delle classi meno facoltose mangiano meno frutta.
Conclude il medico Michelangelo Valenti: «Per quanto possa essere inevitabile che, in tempo di crisi, gli italiani prestino maggiore attenzione al consumo alimentare, è comunque necessario mantenere un’attenzione elevata alle corrette scelte alimentari per non compromettere la buona salute, pur senza dover rinunciare alle proprie preferenze di gusto».
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