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A caccia di leoni o di onestà?
Forse ha ragione il Presidente del “Safari Club” Tiziano Terzi a dire che la loro associazione non organizza safari in Africa o in altre località “esotiche” per cacciare, di certo non possiamo dire che la sua organizzazione – come qualunque altra realtà che difenda e promuove questa pratica – lo faccia nell’interesse della natura.
Forse ha ragione il Presidente del “Safari Club” Tiziano Terzi a dire che la loro associazione non organizza safari in Africa o in altre località “esotiche” per cacciare, di certo non possiamo dire che la sua organizzazione – come qualunque altra realtà che difenda e promuove questa pratica – lo faccia nell’interesse della natura.
La caccia, “esotica” o meno, è una pratica che non ha nessuna attinenza con la difesa della natura, sopravvive in Italia e all’estero non per ragioni “ambientaliste” ma perché – come scrivevamo giusto due settimane fa su queste colonne – esiste una potentissima (e ricchissima) lobby delle armi che ha tutto l’interesse ad alimentare un mercato da milioni di euro l’anno.ù
I cacciatori sono pericolosi, durante la caccia è sconsigliato passeggiare o frequentare le aree venatorie per l’alto rischio di essere scambiato per un fagiano o un leprotto.
Non viene preservato nessun ecosistema perché la natura si autoregola da milioni di anni e, soprattutto, non c’è nessuna ragione di “sopravvivenza” che può spingere, in Italia o altrove, a cacciare per sfamarsi. Non a caso il cacciatore si considera uno “sportivo” che, però, al posto del piattello spara ad esseri viventi per il solo piacere di farlo.
Comprensibile quindi che il socio del biellese “Safari Club”, il veterinario Luciano Ponzetto, autore dell’abbattimento di un leone in Tanzania, sia stato licenziato dal canile di Caluso e rischi la radiazione dall’Ordine. Non puoi salvare gli animali (anche se a pagamento) di giorno e, di notte (o in vacanza), ucciderli. E’ una contraddizione in termini, lo capisce anche un bambino.
Purtroppo questo paese è la patria dell’ipocrisia; pensate a quanti, di giorno, difendono la “famiglia naturale”, la sacralità del matrimonio, la sessualità esclusivamente eterosessuale e poi, di notte, danno libero sfogo alle proprie fantasie fuori dal “tetto coniugale”, tanto da far arrossire anche il Marchese De Sade.
Nulla da stupirsi quindi dei comportamenti del medico degli animali Ponzetto che ne diventa anche il carnefice. Ad essere ucciso in questo paese, da tempo, è il buon senso, la coerenza e alla fine la stessa onestà.
Roberto Pietrobon
www.alasinistra.org
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